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CON una sfilza di certificati medici sarebbe riuscito a prolungare di mesi, in genere quelli estivi, la malattia, salvo poi essere scoperto mentre faceva il bagnino
in uno stabilimento balneare in Calabria, a Guardia Piemontese, sul Tirreno cosentino. Si è “incastrato” da solo perché ha postato sul suo profilo Facebook alcune fotografie in spiaggia Mirko Direnzo, vigile urbano ancora in servizio a Milano, oggi condannato per truffa ai danni dello stato a un anno e mezzo di reclusione e a 800 euro di multa.

Oltre che a lui, il giudice monocratico della seconda sezione penale Lorella Trovato ha inflitto a due medici un anno e tre mesi e sette mesi di carcere e 600 e 200 euro, in quanto avrebbero attestato il falso al Comune da cui dipende la polizia locale di piazza Beccaria: avrebbero certificato che il “ghisa” non era guarito completamente da piccoli infortuni sul lavoro, come un trauma distorsivo al polso o una contusione al ginocchio, permettendogli, in questo modo, non solo di non presentarsi in servizio per tre estati, quelle del 2006 (per quell’anno il reato è prescritto), 2008 e 2010 ma anche di ottenere «ingiustificatamente» lo stipendio mensile mentre si trovava a tirare su e giù pattini dalla spiaggia o a sistemare sdraio o appendere insegne in riva al mare. Un terzo medico, invece, è stato assolto con formula piena.

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