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Mr. Rain si racconta in questa intervista: reduce da numerosi successi, ha da poco pubblicato il singolo “Paura del buio”, estratto dall’album “Pianeta di Miller” e si prepara ad una lunga tournée


SE c’è una cosa che Mr. Rain sa fare è collezionare successi. E specialmente negli ultimi due anni, riconoscimenti, concerti sold out e due Festival di Sanremo non lo hanno smentito. Adesso, dopo la pubblicazione del suo album “Pianeta di Miller” si dedicherà alla sua tournée estiva e al tour nei palazzetti che prenderà il via in autunno. E sta anche lavorando a nuova musica ma soprattutto sta imparando a prendersi il suo tempo e a godere di ogni attimo. È proprio lui che ce lo racconta in questa intervista.

Partiamo dal suo ultimo album: Pianeta di Miller. Come nasce e cosa rappresenta?

«È nato da “Supereroi” (Sanremo 2023; ndr), è stata la prima canzone del disco. Il titolo è una citazione a Interstellar, il mio film preferito. L’argomento principale è il tempo: ho cominciato a chiedermi se tra 20, 30, 50 anni sarò soddisfatto del tempo che ho dedicato a ogni punto saliente della mia vita per godermi ogni traguardo, ogni rapporto umano. Probabilmente no. Mi sono accorto che in questo mondo che va veloce, ho fatto tantissime cose e fino ad ora non ho dedicato il giusto tempo per festeggiare ogni attimo importante. Questo disco è una promessa che mi sono fatto: rallentare e dare il giusto valore ad ogni cosa che faccio».

Musicalmente lo ha definito il suo disco più eterogeneo.

«Per quanto riguarda la musica è un disco molto più vario, perché ho voluto sperimentare tanto. Sempre comunque mantenendo la mia penna e il mio modo di scrivere: raccontandomi al meglio, cercando di toccare tematiche sensibili. Ma ho cercato di farlo su sonorità aperte e questa cosa mi ha fatto tornare in vita, dandomi la voglia di sperimentare sempre più. È un disco totalmente suonato, infatti è già proiettato ai live».

Il suo ultimo singolo è “Paura del buio”. Brano nel quale racconta le sue fragilità. Ma Mr. Rain ha ancora paura del buio?

«Ho imparato a non averne. In questa canzone è come se parlassi al me bambino dicendogli: avrai una vita con bei momenti ma altrettanti momenti difficili. Ma prima imparerai a mostrarti pieno di insicurezze, prima smetterai di avere paura del buio. È un brano a cui tengo tanto, racchiude il mio percorso, quello che è cambiato rispetto al me di qualche anno fa: non porto più una maschera per nascondere paure, insicurezze, cicatrici e ne vado fiero».

Due i Festival di Sanremo ai quali ha partecipato. Un bilancio?

«Li porterò nel cuore tutti e due, a loro modo diversi ma comunque simili. Mi hanno dato l’opportunità di arrivare a tantissima gente che mi ha donato amore incondizionato e mi ha per messo in un certo senso anche di sentirmi utile attraverso quello che amo fare. Quando mi fermano e mi dicono come “Supereroi” o “Due altalene” stiano aiutando qualcuno, per me è la cosa più bella. Perché fare musica è sempre stato il mio modo per comunicare, un veicolo per poter cambiare le cose».

Peraltro, e lo si nota anche ai suoi concerti, il suo è un pubblico che abbraccia tutte le età.

«Questo è ciò che è cambiato dopo Sanremo. Ho sempre avuto un pubblico dai 15 ai 35 anni. Da dopo il primo Sanremo si è allargato in maniera esponenziale: dai signori di 60, 70 anni ai bambini di 8 anni. Credo sia il lato migliore della musica: arrivare a tutti».

Tempo fa qualcuno ha detto che si sarebbe ritirato dalla scena musicale ma lei ha smentito…

«Tutto nasce da un giornalista che ha voluto dire quello che voleva. Ma io tuttora sto lavorando, in due mesi ho quasi finito un album in spagnolo, non ho intenzione di fermarmi. Però voglio imparare a gestire il mio tempo. Erano anni che non andavo in vacanza, tra qualche giorno parto e non mi sembra vero. Smettere di fare musica non è proprio contemplato, voglio solo prendermi il mio tempo per dedicarmi a me, e alla mia fame creativa. Andrò avanti per sempre, sono immortale! (ride; ndr)».

Tornerà dalla vacanza e sarà il momento del tour estivo. Cosa ci si deve aspettare da questi live?

«Ho ampliato tutta la mia band, quindi sarà uno spettacolo suonato al 100%. Sto seguendo tutto il lato musicale e dei visual e ciò che accadrà e vorrò raccontare di me sul palco o trattare tematiche alle quali mi sento molto legato. Voglio che sia una vera e propria esperienza. Un modo di crescere insieme e anche di farmi conoscere meglio. Voglio che la gente torni a casa con un bel ricordo, con qualcosa di diverso, in più».

Agli inizi della sua carriera ha dichiarato che il suo nome d’arte deriva dal fatto che riesce a comporre solo sotto la pioggia. È ancora così?

«Non è mai cambiato. Ad oggi tutta la musica che pubblico e che potete ascoltare è stata scritta in giornate di pioggia. Quando piove è come se mi guardassi da una prospettiva esterna al mio corpo, come se avessi più padronanza di quello che ho vissuto, di quello che provo, dei miei sentimenti e riesco a trascriverli meglio in musica».

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