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NON CAMBIA nulla la sentenza del tar per Nicola Benedetto. L’imprenditore che aveva annunciato nei giorni scorsi di aver acquistato il Mulino Alvino e di essere pronto ad investire neel progetto tra i 5 e i 7 milioni di euro non si tira indietro e non si lascia spaventare dallo stop al permesso a costruire anzi è pronto ad andare avanti. Chi pensava ad un Benedetto che potesse farsi condizionare da questa decisioni si sbaglia di grosso.

«Non viene detto che quel progetto non si può più fare ma molto semplicemente che bisognerà farlo attuandouna procedura diversa. Vorrà  dire che questa volta verrà percorsa la strada giusta che prevede il passaggio in Consiglio comunale».

L’imprenditore non sembra essere affatto sorpreso o distratto dall’eventualità che il Tar ha messo in pratica: «un imprenditore è pronto ad affrontare inconvenienti ed incidenti di percorso ed io quando ho acquistato il Mulino sapevo che questo poteva succedere. L’avevo previsto e messo in conto, ora vorrà dire che sarà megio e che potremo percorrere una procedura lineare per ottenere il permesso che serve.

Sono anche convinto» ha continuato ancora lo stesso Benedetto, «che il sindaco e il Consiglio credano davvero in questo tipo di investimento. Si tratta di un progetto importante che punta a ridare vita ad un monumento della città e a renderla più bella. Non credo che si vorrà andare contro questo tipo di soluzione e di risultato complessivo». Le parole di Benedetto confermano tra l’altro la possibilità di arrivare ancora ad una soluzione. Almeno nella volontà dell’imprenditore che dunque non molla la presa come pure si era ventilato in queste ultime ore dopo la sentenza del Tar ed il rincorrersi di una serie di chiacchiere.

E’ chiaro che nel tempo l’approdo in Consiglio comunale non potrà essere semplice vista anche l’ampia discussione che vi è stata in questi mesi dulla vicenda e dunque i problemi che ne sono nati. Ma Benedetto è pronto ancora ad andare avanti e certo non si lascia condizionare di fronte alle decisioni ed agli stop in arrivo. Il progetto però per quanto complesso ha bisogno di essere avviato davvero in un brevissimo tempo.

Al momento dell’acquisto del Mulino Benedetto aveva indicato le sue intenzioni.

«L’obiettivo rimane quello di far tornare a produrre pasta, valorizzando i grani della filiera cerealicola lucana, formando le professionalità di settore e aprendo spazi e occasioni per la degustazione dei prodotti tipici, l’ex Mulino «Alvino» di Matera, che fino agli Ottanta è stato uno dei luoghi e dei simboli dell’attività molitoria della «Città dei Sassi».

Nella struttura sarà realizzato anche un museo dell’arte bianca e delle tecniche di produzione e saranno ospitate attività legate alla cultura gastronomica del territorio.

«Il modello Eataly avviato da Oscar Farinetti – ha detto Benedetto – è un esempio concreto di promozione, valorizzazione e tutela della tipicità italiana a tavola.

La Basilicata si contraddistingue per la unicità e genuinità di molti prodotti. L’ex Mulino Alvino diventerà il punto di riferimento per la filiera agroalimentare lucana in una città come Matera che è la punta avanzata del turismo lucano nel mondo. Senza dimenticare le ricadute positive per le aziende e per l’occupazione». Programmi e obiettivi che subiscono uno stop ma a cui l’imprenditore materano non rinuncia. Starà ora, più che mai, all’amministrazione cercare di capire davvero cosa fare anche se su un punto già ieri con il “Quotidiano” il sindaco Adduce era stato abbastanza chiaro: «la priorità da cui siamo partiti è la salvaguardia del Mulino alvino.

Noi dobbiamo essenzialmente capire come è possibile salvare il Mulino Alvino senza perdere la memoria storica di un intero settore». Parole che, unite a quelle di Benedetto, preannunciano un approdo della questione, più o meno prossima, in Consiglio comunale?

p.quarto@luedi.it

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