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LAMEZIA TERME – Arriva al pronto soccorso con febbre alta e dopo tre giorni di ricovero in Obi (osservazione breve intensiva) muore. Ora i familiari di Franceschina Strangis, 60 anni, chiedono giustizia. E sul caso – subito dopo la querela presentata dai familiari – il sostituto procuratore della Repubblica di Lamezia, Marta Agostini, ha disposto l’autopsia aprendo un’inchiesta e iscrivendo nel registro degli indagati tredici medici.

Nella querela i familiari – assistiti dall’avvocato Renzo Andricciola – spiegano i fatti. Tutto inizia il 29 novembre scorso quando la donna deceduta, a causa di febbre alta persistente da qualche giorno, con difficoltà respiratorie e a seguito delle indicazioni del medico curante, viene portata al pronto soccorso dell’ospedale di Lamezia. Dopo gli accertamenti, analisi del sangue, elettrocardiogramma e altro, dopo la mezzanotte la donna veniva ricoverata al reparto accanto il pronto soccorso (Obi) in osservazione. Quindi i familiari della donna spiegano nella querela che il genero della vittima rappresentava ai medici del pronto soccorso che la signora in passato aveva subito il trapianto di rene e e quindi tra le altre cose – si legge nella querela – «invitava i sanitari a mettersi in contatto con lo specialista che la seguiva, ma tale richiesta è rimasta inevasa». E così alle 4 del mattino seguente la signora «ha avuto una crisi respiratoria grave che per fortuna è riuscita a superare».

Secondo quanto riportato nella querela dal ricovero fino alla morte «la donna è stata ricoverata presso l’Obi in quanto a detta dei sanitari non c’erano posti nel reparto di medicina intensiva, nonostante gli stessi sanitari di turno che si sono susseguiti continuavano a sostenere che la signora Strangis doveva essere trasferita presso un reparto specializzato fornito di tutti i macchinari. E alle 9 del mattino dell’1 dicembre scorso Franceschina Strangis cessava di vivere. Da qui l’apertura dell’inchiesta della Procura della Repubblica.

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