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COSENZA – La procura della Repubblica di Cosenza ha ufficialmente indagato quattro medici del pronto soccorso dell’ospedale civile dell’Annunziata per la morte di Carmelo Turano, 47 anni, originario di Cerisano (Cosenza). 

L’uomo è morto domenica scorsa, dopo che era stato colpito da un violento calcio sferrato dal suo cavallo, fatto avvenuto sabato. I medici lo avrebbero rassicurato, dopo aver effettuato una visita e degli esami, sulle sue condizioni di salute. Ma l’uomo è invece morto. I parenti hanno presentato una denuncia. La procura ha disposto l’autopsia sul corpo di Turano.
Subito dopo la morte, la sorella del quarantasettenne aveva chiesto giustizia: «Ci hanno detto che stavamo esagerando e che Carmelo non aveva nulla. Volevano finanche dimetterlo. Alla fine è morto e ora vogliamo che sia fatta piena luce su quanto accaduto». 

Come primo atto la salma è stata posta sotto sequestro, così come le cartelle cliniche compilate nelle varie fasi del ricovero. Nella giornata di oggi saranno nominati i consulenti che procederanno con l’autopsia. Secondo i familiari il calcio ha provocato una emorragia interna, non ravvisata in sede di ricovero. Una presunta negligenza, contestata a cinque medici in tutto. Il tutto ha avuto inizio sabato pomeriggio, nelle campagne di Cerisano. Carmelo Turano era vicino al suo cavallo. Intorno alle 14 l’animale ha improvvisamente preso a scalciare: «E’ stato colpito all’addome, all’altezza della milza», ricorda la sorella. L’uomo sembrava aver assorbito il colpo e ha rinunciato, malgrado le insistenze del figlio, a recarsi in ospedale. Intorno alle 17.30 ha però iniziato ad avvertire dei forti dolori, proprio all’altezza della milza. Da qui il trasporto in ospedale e il ricovero presso il Pronto Soccorso. «Gli è stata fatta un’ecografia», ricorda ora la sorella, «ma non hanno riscontrato nulla».

L’uomo ha passato – tra alti e bassi – la notte in ospedale, sempre presso il Pronto Soccorso. «La domenica la situazione è rimasta la stessa, con mio fratello che continuava a lamentarsi. Si sentiva opprimere lo stomaco, ma non è servito a nulla neanche andare al bagno. Abbiamo chiesto anche un clistere, ma un infermiere ci ha detto che dovevamo farglielo noi…», ha proseguito la sorella di Carmelo Turano. «I medici a un certo punto ci hanno parlato di cirrosi epatica, ma noi abbiamo detto che non era possibile. Abbiamo insistito sul fatto che aveva subito un calcio dal cavallo, che forse gli aveva rotto la milza. Ci hanno risposto che stavamo esagerando. Alle 16 volevano anche dimetterlo, ma noi ci siamo opposti. Alla fine, ed erano le 20.30 di domenica, è morto mentre per l’ennesima volta ha cercato di andare al bagno. Lo hanno ignorato. Sono convinta – ha concluso la signora Turano – che se lo avessero subito operato a quest’ora mio fratello sarebbe vivo. Per questo chiediamo che sia fatta subito luce su questa storia». La parola passa alla Procura. I familiari della vittima hanno contattato già degli avvocati per far valere le loro ragioni.
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