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Lo dice molto chiaramente il Prefetto Luigi Pizzi: «Il vero problema è l’accesso al credito». Il nocciolo della questione è tutto lì, unito alla ormai drammatica crisi imprenditoriale e dunque lavorativa del territorio tanto da portare dritto dritto all’emergenza sociale.
Ne hanno parlato ieri in Prefettura sindacati, esponenti di Confindustria, Confapi, Abi e Regione convocati da Pizzi su richiesta delle organizzazioni dei lavoratori che si stanno occupando del caso Natuzzi.
In tutto 1550 operai in cassa integrazione a zero ore, di cui circa 300 degli stabilimenti lucani di Matera e Jesce per i quali dovrà essere utilizzato un plafond complessivo di 10 milioni di euro. Il meccanismo è già stato utilizzato in Basilicata per il caso della Mythen, azienda chimica di Ferrandina.
La difficoltà, attualmente, sta nel meccanismo di anticipazione dell’indennità di cassa integrazione che finora solo quattro istituti bancari (Ubi, Banca Popolare di Bari, Banca Popolare di Puglia e Basilicata, e Banca di Credito cooperativo di Laureanzana e Nova Siri) hanno accettato di mettere in atto, anticipando le somme, ovvero 7000 euro complessivi in otto mesi, così come previsto dal Protocollo d’intesa che fu sottoscritto in Prefettura a Matera il 6 novembre 2012 e valido fino alla fine del 2015.
I tempi tecnici di queste operazioni, però, preoccupano i sindacalisti pur consapevoli che il Paese («Ormai in via di fallimento – come ha detto Fernando Mega segretario di Filctem-Cgil) sia su un crinale molto serio nel quale gli operai in cassa integrazione incappano loro malgrado.
Dalla Puglia, intanto, è arrivata la notizia che la Regione sia disponibile ad anticipare gli oneri fiscali a carico degli operai, allentando così il peso economico per famiglie già provate dagli ammortizzatori sociali. A questo proposito sembra, infatti, che alcuni operai stiano già pensando si trasferire i loro conti in istituti pugliesi che sembrerebbero più disponibili ad applicare le condizioni del Protocollo.
In una conversazione telefonica fra gli assessori regionali lucano e pugliese, Liberali e Caroli è stato avviato un confronto reciproco per portare avanti nel modo più completo possibile il protocollo che la Prefettura di Matera realizzò nel 2012. A differenza di quanto sostengono alcuni, infatti, la Basilicata sarebbe in una posizione più avanzata sul fronte dell’adeguamento delle condizioni bancarie per gli ex operai Natuzzi.
Lo ha confermato Mario Cerverizzo presente insieme al collega Vito Laurenza in rappresentanza del Dipartimento Sviluppo, Lavoro, Formazione e Ricerca.
Fernando Mega (Fillea-Cgil) Margherita Dell’Otto (Filca-Cisl) e Cosimo Paolicelli (Feneal-Uil) hanno illustrato molto chiaramente la realtà del comparto che coinvolge due regioni e che giovedì tornerà a riunirsi per comprendere il da farsi.
Tempi lunghissimi e rischio che l’insofferenza sfoci in manifestazioni di protesta. Sono solo alcune delle conseguenze alle quale si andrebbe incontro se il Protocollo del 2012 non venisse applicato dalla più ampia platea di istituti di credito e nel più breve tempo possibile.
E’ per questo che il presidente lucano dell’Abi (associazione bancaria italiana) ha già espresso la sua disponibilità a coinvolgere ancora una volta le banche che non hanno aderito al Protocollo, più favorevole di quello nazionale per le condizioni che offre ai lavoratori. In quanto alle lungaggini tecniche delle pratiche, Montemurro ha aggiunto che si impegnerà a sensibilizzare le quattro banche già coinvolte a valutare e accogliere positivamente le domande dei lavoratori Natuzzi in tempi brevi.
Disponibilità anche da Confindustria come ha confermato il presidente vicario Pasquale Lorusso che ha sottolineato ancora una volta quanto il fattore tempo sia decisivo e confermato la disponibilità dell’associazione che riunisce gli industriali per sbloccare questo impasse.
Per Confapi era presente la signora Acquasanta che, a nome dell’organismo, ha portato la collaborazione per portare a termine il processo.
Rammarico del Prefetto, infine, per l’assenza della Camera di Commercio che pur essendo stata coinvolta da Pizzi, non ha partecipato ieri al tavolo di confronto nel corso del quale sono state affrontate le priorità di un comparto che una volta rappresentava il fiore all’occhiello della città e del territorio.

a.ciervo@luedi.it

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