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MATERA – «Per iniziare a discutere si devono ritirare le procedure di licenziamento e trovare gli strumenti per salvare il salvabile». Fernando Mega della Fillea Cgil traccia la linea che è stata decisa ieri al tavolo di confronto presso la Regione Basilicata a Potenza sulla questione Natuzzi e sulla linea da tenere nel corso dell’incontro di questa mattina alle 11 al Ministero dello Sviluppo Economico.

Oltre al ritiro immediato della previsione di avvio delle procedure di mobilità per 1726 lavoratori tra Puglia e Basilicata verrà avanzata anche la richiesta di rivedere il piano industriale di salvaguardia annunciato dall’azienda per avviare un vero rilancio del settore del mobile imbottito di qualità senza che si perda un posto di lavoro e sarà fatto un appello al Governo nazionale affinché ponga massima attenzione anche su questa vicenda e consideri la drammatica vertenza Natuzzi come un caso di “vertenza Sud” al pari della altre vertenze che si sono aperte nel Centro Nord e che hanno visto il governo ricoprire, giustamente, un ruolo di primo piano per la soluzione dell’emergenza lavoro.

Al tavolo regionale con gli assessori Marcello Pittella e Luca Braia vi erano Angelo Vaccaro della  Cgil, Nino Falotico della Cisl  e Carmine Vaccaro della Uil oltre ai rappresentanti delle categorie, alla presenza del sindaco di Matera Salvatore Adduce e dell’assessore della Provincia di Matera Angelo Garbellano.

E’ emersa chiaramente la necessità di un’azione comune per fermare, già a monte, l’avvio della messa in mobilità di lavoratori lucani e pugliesi

«Con questo piano che è stato presentato Natuzzi nel giro di qualche mese sparirà dalla produzione italiana» continua Mega che poi non esita a commentare le questioni sollevate qualche giorno da Natuzzi sul “Corriere” su illegalità, concorrenza sleale e aziende fotocopia: «sono parole incommentabili, se la prende con tutti tranne che con sè stesso. Natuzzi è stato il capostipite che ha finito per determinare le condizioni che ci sono oggi. Noi abbiamo denunciato il lavoro nero.

E’ una situazione inaccettabile questa, Natuzzi rasenta i limiti della decenza ed ha avuto dieci anni di cassa integrazione straordinaria prendendo una serie di impegni che sono stati prontamente disattesi. Ora non si ferma la produzione ma si continuerà a produrre da altre parti e non in Italia, nel giro di qualche mese Natuzzi in Italia sparirà nel nulla».

Fronte comune contro le iniziative di Natuzzi anche dalla Regione Puglia e dai sindacati che ieri si sono incontrati a Bari in una riunione coordinata dall’assessore pugliese Caroli.

«Regione e Governo dovranno mettere a disposizioni risorse economiche attraverso l’accordo di programma ed i sindacati si dichiarano già da ora disponibili ad un accordo sulla produttività. Al tavolo romano chiederemo che sia presentato e che si discuta un piano industriale”.

“Vorremmo che il tavolo ministeriale stabilisca un percorso nel quale approfondimenti tecnici, valutazioni politico-sindacali ed interessi di un’intera regione – ha aggiunto – rimangano al centro della discussione. Le risorse pubbliche a sostegno della ripresa della competitività ci sono ma per poter accedere all’accordo di programma – ha detto Caroli – il saldo occupazionale dovrà essere positivo”.

p.quarto@luedi.it

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