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ROMA – Sono 48 le persone arrestate su mandato delle procure di Reggio Calabria e Roma, accusate a vario titolo di dissociazione a delinquere di stampo mafioso, traffico internazionale di stupefacenti e detenzione abusiva di armi, aggravati dalla transnazionalità delle condotte criminose.

I dettagli del blitz anti-‘ndrangheta di polizia e carabinieri sono stati illustrati durante una conferenza stampa alla Procura nazionale antimafia: 50 erano i mandati di arresto (29 della procura di Reggio Calabria e 21 della procura di Roma) ma due persone non sono state rintracciate perché all’estero e saranno raggiunte da mandato di arresto europeo.

Gli arresti sono il risultato di una intensa attività di indagine che ha colpito, in maniera concentrica, famiglie ritenute storicamente elitarie nel panorama criminoso della fascia Jonica-Reggina.

LE FAMIGLIE COLPITE – Le indagini si sono focalizzate da un lato sulle famiglie Commisso e Crupi, considerate di elevato lignaggio a Siderno, con ramificazioni in Olanda e in Canada, dove da tempo si sono insediate pericolose ed agguerrite cellule di ‘ndrangheta che sono riuscite ad accaparrarsi una buona fetta del mercato economico; dall’altro sulla famiglia degli Aquino-Coluccio storicamente al vertice della ‘ndrangheta a Marina di Gioiosa Jonica (Reggio Calabria) e attiva nel traffico di droga.

AFFARI CON FIORI E CIOCCOLATA – Ma la ‘ndrangheta avrebbe allargato gli orizzonti dei suoi investimenti, inserendosi nel mercato internazionale della floricoltura e nella ricettazione della cioccolata di marca.  Nell’inchiesta emerge, infatti, la gestione ad Amsterdam di «un importante import-export» nel mercato internazionale dei fiori, con elementi della famiglia Crupi «saldamente radicati in quel settore merceologico».

La ‘ndrangheta, rileva il procuratore aggiunto della Dda di Roma Michele Prestipino, «è un’organizzazione criminale in grado di adattarsi ad ogni settore appetibile di mercato, come ad esempio il settore della floricoltura in Olanda, intuendo per tempo quali business ‘tirerannò sotto il profilo economico. Bisogna uscire dal cliché per cui i proventi delle attività illecite vengono reinvestiti solo e necessariamente in settori come centri commerciali, ristoranti e pizzerie». Del resto le mani sul commercio di fiori ad Amsterdam aveva già cominciato a metterle la camorra in passato e l’operazione di oggi, osserva il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti, è la riprova dell’interesse criminale dei clan in questo settore.

L’organizzazione mafiosa dei Commisso, un’altra famiglia colpita dalle indagini, è stata poi capace di inserirsi «nel redditizio mercato della ricettazione internazionale di ingenti quantità di cioccolato». Il riferimento è al maxi-furto di tavolette “Lindt” per 250 tonnellate, per un valore complessivo di 7 milioni di euro, da rivendere successivamente nel circuito legale.

La floricoltura internazionale è per i clan un’occasione «estremamente remunerativa», evidenziano gli investigatori, dal momento che «in Olanda tale ambito economico viene considerato una delle principali fonti di interesse ed investimento». Si tratta di un business che «ha consentito loro, da un lato, di conseguire il controllo di vasti segmenti del mercato locale, ove riescono ad influire avvalendosi anche delle modalità tipiche del metodo ‘ndranghetistico e dall’altro di costituire una solida e ramificata rete logistica e di supporto alle diverse attività illecite del sodalizio», come il traffico di stupefacenti e la ricettazione di ingenti quantitativi di merce rubata. 

«OPERAZIONE STORICA» – «Si tratta di un’operazione storica perché è stata colpita una ‘ndrangheta elitaria», così il procuratore di Reggio Calabria, Federico Cafiero De Raho, ha definito l’inchiesta.

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