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MILANO – ‘Ndrangheta in Lombardia attiva anche in campagna elettorale. E’ quanto emerge dalle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Luigi Cicalese, ascoltato come teste nel processo a carico di Ambrogio Crespi, dell’ex assessore regionale Domenico Zambetti e di altre persone coinvolte in un’inchiesta della Dda di Milano sull’infiltrazione della ‘ndrangheta in Lombardia.

Ambrogio Crespi, fratello di Luigi Crespi, l’ex sondaggista di Silvio Berlusconi, «mi chiese aiuto per la campagna elettorale del partito di Bobo Craxi» ha detto Cicalese. Secondo quanto emerge dalle sue dichiarazioni di Cicalese (già raccolte dal pm nel corso delle indagini), Ambrogio Crespi, nel 2006 candidato sindaco a Milano per i Socialisti liberaldemocratici di Bobo Craxi, si sarebbe quindi rivolto al presunto affiliato alla ‘ndrangheta per ottenere sostegno nella corsa a Palazzo Marino. «Mi aveva chiesto di attaccare manifesti elettorali per Bobo Craxi – ha spiegato il collaboratore di giustizia – ma mi sono rifiutato perché non mi sono mai interessato di queste cose. Mi sono limitato a diffondere il suo nome – ha proseguito – in primo luogo verso i miei familiari in Calabria».

Rispondendo alle domande del pm Giuseppe D’Amico, Cicalese si è quindi soffermato sui suoi rapporti con i fratelli Crespi, per i quali avrebbe svolto «alcuni lavori di ristrutturazione» a Milano. Secondo l’accusa Crespi, utilizzando anche Cicalese come tramite, in occasione delle elezioni Regionali del 2010 avrebbe procurato preferenze a favore di Zambetti, accusato di voto di scambio con la ‘ndrangheta.

LE SMENTITE. Sulla vicenda, però sono arrivate le smentite sia di Crespi che del suo legale: questa è la versione di Crespi: «Leggo con estremo stupore il mio nome in un’agenzia Ansa ampiamente ripresa dai quotidiani online relativamente a delle deliranti dichiarazione di un pentito nell’ambito del processo sul caso Zambetti a Milano. Faccio presente che tali dichiarazioni risalgono al 2006 e sono state rilasciate durante un’inchiesta denominata “Metallica” e all’epoca vagliate dagli inquirenti e per le quali nè io, nè mio fratello siamo stati indagati e nemmeno sentiti per essere informati sui fatti. Nel 2011 tali dichiarazioni sono state riprese nel procedimento Zambetti ed anche in questa occasione non sono state utilizzate contro di me. Oggi durante l’udienza è stato ascoltato il pentito Luigi Cicalese, persona tra l’altro che ho conosciuto in qualità di muratore-imbianchino che effettuava lavori di ristrutturazione presso il mio ufficio, e non certamente come membro affiliato di cosche mafiose, le cui dichiarazione sono state ampiamente vagliate e sottoposte a verifica nel contro-interrogatorio dall’avvocato Elia, difensore di Ambrogio. Non esiste quindi alcun mio coinvolgimento diretto o indiretto in tale procedimento. Inoltre per quanto concerne la vicenda di mio fratello ormai maturata nella sua surreale dinamica, basti pensare che il pentito in oggetto all’epoca dei fatti imputati era in carcere e che la presenuta richiesta di voti che avremmo fatto per conto di Bobo Craxi è oggettivamente inestistente in quanto Craxi si è candidato per le politiche 2006 non a Milano ma Mantova nell’Ulivo.
Queste sono solo due delle circostanze oggettive che sono state oggi portate in udienza e che non sono state riportate con completezza. Aggiungo che è necessaria molta attenzione e rispetto in queste situazioni soprattutto quando il processo è in corso e che nel suo percorso in questi mesi ha dato evidenze chiare e precise. Attiverò ogni misura utile e necessaria per difendere me e la mia famiglia da ogni falsificazioni o semplificazioni di sorta. Mi auguro che la Magistratura giudicante possa mettere presto fine a questa vicenda che a tratti risulta paradossale».

Questo invece è quanto sostiene l’avvocato Marcello Elia, difensore di Ambrogio Crespi:

1) Secondo il pentito Luigi Cicalese, Bobo Craxi si sarebbe candidato sindaco di Milano nel 2006: circostanza assolutamente falsa!

2) Sempre secondo il pentito Luigi Cicalese, per appoggiare tale candidatura avrebbe cercato di reperire voti presso i propri familiari tutti residenti in Calabria: da quando in qua i voti per i candidati sindaci di Milano si reperiscono in Calabria?

3) Si ricorda che Luigi Cicalese, dopo ben 15 anni dall’omicidio della compagna Moira Piazzolla, aveva affermato:

– di essere il mandante di tale omicidio;
– Che tale omicidio sarebbe stato organizzato da Emanuele Piazzese e materialmente eseguito da Giuseppe Liria

4) Giuseppe Liria venne assolto dalla Corte d’Assise d’Appello ai sensi dell’art. 530 co. 2 c.p.p. per non aver commesso il fatto, ritenendo insussistenti i riscontri individualizzanti nei suoi confronti, sentenza poi confermata dalla Corte di Cassazione. Emanuele Piazzese viene assolto dalla Corte di Cassazione che ha testualmente affermato: “L’insussistenza di riscontri esterni individualizzanti nei confronti di Piazzese Emanuele è stato decisivo ed impone l’assoluzione del ricorrente”, giudicando quindi le dichiarazioni rese da Cicalese non supportate da nessun elemento probatorio.

5) Un’ultima considerazione è doverosa: si legge: “Secondo l’ accusa Crespi, utilizzando anche Cicalese come tramite, in occasione delle elezioni Regionali del 2010 avrebbe procurato preferenze a favore di Zambetti, accusato di voto di scambio con la ‘ ndrangheta”. Tale affermazione ha dell’incredibile in quanto la Procura della Repubblica di Milano nemmeno lontanamente si è mai sognata di sostenere tale inverosimile circostanza dato che Cicalese (arrestato per l’ennesima volta a giugno 2007) nel 2010 era da ben 3 anni che era in carcere essendo stato condannato (per quanto è dato sapere) per plurimi reati tra cui omicidio, rapine, numerose estorsioni, traffico di stupefacenti e chissà che altro.

Tutto questo per amore della verità storica e processuale che siamo certi emergerà nella oramai prossima decisione del tribunale di Milano.

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