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STA per scadere il trattamento di mobilità. E per questo gli undici lavoratori che erano utilizzati nell’inceneritore dei rifiuti urbani di Potenza hanno occupato ieri mattina la struttura.

L’occupazione dell’inceneritore è stata decisa dopo che «nessuna risposta» sindacati e lavoratori hanno ricevuto – in particolare dal Comune – circa la loro situazione e il loro futuro.

La protesta dei lavoratori proseguirà ad oltranza, finchè non verranno date concrete risposte lavorative.

Una lunga e incresciosa vicenda quella dell’inceneritore che, tra l’altro, non ha mai portato alcun beneficio alla città, piuttosto ha bruciato inutilmente risorse pubbliche. E il problema si è poi riversato sui lavoratori che per due anni – da luglio 2005 a giugno 2007 – sono stati assunti a tempo indeterminato all’impianto per conto della Tep (Termo Energia Potenza). I lavoratori hanno poi proseguito le attività tramite un part time di tre mesi dell’Acta, società addetta alla raccolta e smaltimento dei rifiuti, scaduto lo scorso ottobre 2013, data dal quale non viene erogata la mobilità di 400 euro.

In più occasioni gli ex dipendenti hanno manifestato il loro disagio davanti al Comune. Ma la loro protesta non ha portato finora alcun risultato. E ora che si avvicina l’ennesima scadenza, la protesta è riesplosa.

«L’occupazione davanti gli ingressi andrà avanti fino ad una risposta precisa e che restituisca il posto di lavoro – hanno affermato i presenti. La situazione è ormai insostenibile e riguarda anche le nostre famiglie, gravate da figli disoccupati. Siamo davvero alla disperazione».

Ieri pomeriggio al presidio anche l’assessore comunale all’Ambiente Pasquale Pepe, che ha già incontrato gli undici lavoratori una settimana.

Ma anche da parte dell’amministrazione comunale non possono essere presi degli impegni. «La pubblica amministrazione deve mantenere alta l’attenzione vi è già un discorso di prospettiva da monitorare insieme ai sindacati e i primi passi sono stati attivati». Ma certo in questa fase di tagli e spending review, anche pensare a dei contratti pubblici è molto complesso. Qualche prospettiva, al limite, potrebbe aprirsi nella riorganizzazione legata alla Raccolta differenziata, ma anche in questo caso è tutto da verificare e vedere. Nel frattempo il presidio continuerà. E andrà ad aggiungersi ai tanti altri presenti in una regione affamata soprattutto di lavoro e opportunità. E la svolta tanto chiesta sembra sempre più lontana.

 

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