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POTENZA – Entra nel vivo una delle questioni che più anima il Palazzo. Da sempre. E anche questa volta la “giostra” delle nomine dei presidenti e direttori generali degli enti del subgoverno regionale non fa eccezione. Tanto più che le postazioni che a giugno si rinnovano sono quelle che contano di più in termini assoluti. Si va dalla nomina del direttore generale del San Carlo, agli interi consigli di amministrazione (presidente e direttore compresi) di Acquedotto lucano, Società energetica, Acqua Spa e Sviluppo Basilicata. Insomma il “meglio” dell’apparato Basilicata. E, come nelle migliori tradizioni, i nomi in ballo sono tutti pezzi da “Novanta”. O quasi. Come quelli che ci sono in carica in questo momento. E’ evidente quindi, che la questione è complessa e le “partite” sono già in corso da tempo. Ora però i tempi iniziano a essere davvero stretti. Certo prima c’è da attendere la chiusura delle elezioni amministrative del prossimo fine settimana. In ballo alcune sfide delicate dove il centrosinistra e il centrodestra si giocano partite decisive. Melfi e Pisticci su tutto. Ma da martedì prossimo la questione entrerà davvero nelle fasi conclusive. Non che a oggi non siano state già consumati ragionamenti e in qualche caso anche qualcosa in più. In buona sostanza si può tranquillamente dire che all’interno del Pd si sta aprendo una partita tra “conservatori” e “innovatori”. In tale ambito però, il segretario regionale Roberto Speranza sembrerebbe più essere orientato a scelte di continuità che di strappo con il recente passato. In ogni caso la “madre” di tutte le nomine è quella che riguarda la Direzione dell’ospedale più importante della Basilicata. Il San Carlo. L’attuale dirigente generale Giovanni Di Costanzo non sarà riconfermato. E secondo i rumors del Palazzo due sono le possibilità più accreditate. O meglio ci sarebbe anche una terza via: quella di rinviare le nomine di 6 mesi per far coincidere il rinnovo delle cariche dirigenziali del nosocomio potentino con le altre dell’universo Sanità. Solo a fine dicembre infatti scadono i contratti dei direttori generali delle due Aziende sanitarie di Potenza e Matera e di quelli del Crob di Rionero. Lo slittamento di tutte le nomine sanitarie a fine anno però non trova molti supporters nella politica lucana che conta. E quindi rimangono in campo le due ipotesi che circolano già da settimane. La prima è quella probabilmente più suggestiva: Attilio Martorano alla guida del San Carlo per due anni per poi lasciare la postazione e correre per la poltrona di sindaco della città di Potenza a capo della coalizione di centrosinistra per il dopo Santariero. Ovvio che Martorano dovrebbe lasciare l’assessorato alla Sanità (ipotesi che non sarebbe gradita a De Filippo che preferirebbe parlare di rimpasto di giunta solo dopo le politiche e che di fatto non vuole aprire una crisi che potrebbe indebolirebbe la posizione di altri assessori a partire da Rosa Gentile). In questo caso si libererebbe una corsia preferenziale per il consigliere regionale Marcello Pittella che non ha mai nascosto le proprie ambizioni verso l’assessorato che oggi è dell’ex presidente di Confidustria Basilicata. Ma non è la sola possibilità. Anzi. Accreditato di buone possibilità nella corsa alla dirigenza del San Carlo c’è anche l’attuale Direttore generale del Crob, Rocco Maglietta. Il suo incarico al Centro oncologico regionale però scade solo a fine anno. Una sua eventuale nomina al nosocomio potentino ovviamente a cascata metterebbe in moto tutte le caselle degli altri enti sanitari. Perchè il successore di Maglietta a Rionero potrebbe essere Pasquale Francesco Amendola, attuale Direttore generale dell’Asp. Si vedrà. Intanto ovviamente ci sono questioni “calde” anche in altri settori. A partire dall’acqua e di tutta la sua parte gestionale. Acquedotto lucano: l’ultima indiscrezione parla di Gennaro Straziuso in pole. Il consigliere regionale sarebbe “sponsorizzato” sia da ambienti vicini al sindaco di Potenza, Vito Santarsiero e sia dal presidente del consiglio regionale, Vincenzo Folino. Per motivazioni differenti. L’area politica di Santarsiero ha ricevuti diversi “sgarbi” nelle nomine degli scorsi mesi che ancora gridano “vendetta”. In più, se Straziuso dovesse andare all’Acquedotto lucano si libererebbe il posto in consiglio regionale per l’attuale sindaco di Pignola, primo dei non eletti e foliniano, Ignazio Petrone. Ma c’è un’altra ipotesi. Quella della riconferma dell’attuale presidente di Acquedotto lucano, Egidio Mitidieri che però a metà mandato (dopo circa un anno e mezzo) farebbe staffetta con l’ex assessore e attuale segretario regionale dei Popolari uniti, Antonio Potenza. Ovvio che le questioni con gli altri enti sono a “incastro”. Quest’ultima ipotesi, legata ad Al e ad Antonio Potenza, ovviamente farebbe saltare qualsiasi idea di possibile riconferma al vertice di Acqua spa dell’altro dei Popolari uniti, Antonio Triani. In ogni caso su Acqua spa i ragionamenti non sono entrati ancora nel vivo. Così come sull’Alsia che oggi è guidata dal Commissario Domenico Romaniello che subentrò in corsa a Michele Radice scaricato dopo l’abbandono dipietrista. Probabile in ogni caso che Domenico Romaniello vicino all’Idv sarà difeso “con i denti” dall’Idv di Felice Belisario. Così come dovrebbe essere riconfermato Andrea Freschi, vicino a Folino, alla guida dell’Arbea di cui oggi è commissario straordinario. In questo quadro rimane aperta la questione della Società energetica lucana che è presieduta dall’ex assessore regionale Rocco Colangelo. Lui, forte del sostegno del deputato Antonio Luongo non dovrebbe muoversi da dove sta. Salta agli occhi, in questo scenario, che la logica che muoverebbe questo quadro dirigenziali è molto appiattita sulla continuità e non sul rinnovamento generazionale. Tanto più che con la conferma dei presidenti quasi automaticamente verrebbero confermati i direttori e i cda. Logica che di certo alcuni colonnelli del Pd mostrano di non gradire. In tutto questo c’è anche da registrare il malcontento di alcuni partiti del centrosinistra che fuori dalla giunta (Psi e Sel tra tutti) chiedono da mesi più spazio: se non otterranno postazioni nelle prossime nomine il clima interno alla maggioranza regionale potrebbe infiammarsi.

Salvatore Santoro

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