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SONO passati 45 giorni dall’alluvione più recente, più di 1000 da quella che nel 2011 mise in ginocchio circa 50 imprenditori agricoli del Metapontino e l’immobilità della terra e dei fiumi che sono tornati nei loro alvei,  è  la stessa che segue i problemi di chi ha perso aziende, animali, prospettive.

Per ricordare che c’è chi ha ben chiare in mente le difficoltà sopportate finora, ieri Gianni Fabbris e alcuni componenti del Comitato di Difesa Terre Joniche hanno tenuto una conferenza stampa in piazza Vittorio Veneto. Tenaci e arrabbiati, hanno rinfrescato la memoria di chi, finora, li ha considerati una fastidiosa spina nel fianco. La scìa di morte e dolore che giunge dalla Sardegna non può lasciare indifferenti proprio coloro che quel fango e quell’acqua l’hanno dovuta affrontare più volte negli ultimi tre anni.

«Ciò che sta accadendo in queste ore – spiega Gianni Fabbris – è il segno che quello che diciamo da tempo deve essere la proprietà del Paese.

Serve un grande piano di messa in sicurezza, prevenzione e riordino dell’assetto idrogeologico non è più rinviabile. Basta grandi opere inutili – prosegue – serve invece qualcosa che crei lavoro, benessere sociale e renda sicure le comunità e consenta agli investimenti  la redditività che oggi è a rischio».

Il punto sullo stato dell’arte in Basilicata, diventa necessario: «Abbiamo chiuso la mobilitazione di Scanzano, il 14 novembre scorso, dandoci altri 15 giorni di tempo per ottenere le risposte alle domande che avevamo posto. Il  termine  scade il 29 novembre. I prossimi passaggi, in caso contrario, non saranno una passeggiata perchè la misura è colma».

E ad ulteriore chiarimenti precisa: «In questi giorni è circolata la notizia su un differente trattamento della Puglia rispetto alla nostra vertenza. Non è così: non c’è alcuna risposta perchè non c’è alcuna ordinanza del Consiglio dei ministri. In Puglia c’è un passaggio tecnico in più: la Regione ha mandato in tempo i documenti al Governo e questo ha consentito al Consiglio dei ministri, il 15 novembre, di recepirli  dichiarando lo stato di emergenza che, però, non vuol dire che ci sono risorse a disposizione.

La Regione Basilicata, quei documenti, non li ha ancora inviati». Il ritardo di quei passaggi, secondo il Comitato di Difesa Terre Joniche «E’ pazzesco. Ci dicano se quel materiale è stato inviato, in caso contrario vorremmo vedere quelle carte, comprendere qual è la perimetrazione dell’area danneggiata. Trovo intollerabile – aggiunge Fabbris – che a 45 giorni dall’alluvione quei documenti non siano stati ancora spediti. Se, poi, si adducesse come giustificazione quella delle elezioni, allora ci incazzeremmo sul serio.

Il voto è un atto politico e gli uffici regionale non devono fare campagna elettorale. Abbiamo fatto bene a sospendere il nostro diritto al voto e oggi aspettiamo delle risposte. In tema di emergenze, di alluvioni, non credo – prosegue – che ci siano passaggi diversi per Basilicata. Liguria, Toscana, Umbria o Sardegna. In caso di alluvione, i passaggi sono sempre gli stessi: la Regione dichiara lo stato di calamità, invia i documenti al Governo sostanziandolo, il Consiglio dei ministri dichiara lo Stato di emergenza cui segue l’ordinanza del presidente del Consiglio.

Talmente fuori di ogni logica che in 12 ore il Consiglio dei ministri si è riunito, preceduto dall’illustrazione dei danni da parte di ministri e ha messo i primi 20 milioni a disposizione con altri 5 della Regione Sardegna. Allora mi chiedo se i  parlamentari e gruppi dirigenti sardi, hanno battuto i pugni sul tavolo per ottenere questi risultati. se è così, a che servono i vice ministri lucani, il  capogruppo del Pd partito di maggioranza in Regione, i rappresentanti nelle commissioni parlamentari? Quando chiediamo a che punto siamo, ci dicono: mi informo e ti faccio sapere. Io dico che la misura è colma». Entro il 29 novembre il Comitato è pronto ad una nuova mobilitazione, nella speranza di ottenere risposte. Nel frattempo l’appello al neo Governatore non può che essere lanciato.

Nella speranza che venga colto. 

a.ciervo@luedi.it

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