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REGGIO CALABRIA – In tre mesi dall’inizio dell’anno è il terzo imponente carico di sigarette contraffatte che la Guardia di Finanza intercetta al porto Gioia Tauro (LEGGI LA NOTIZIA SUL SEQUESTRO DI META’ MARZO e QUELLA SULLA SCOPERTA AVVENUTA A GENNAIO) il che fa ritenere che il contrabbando di bionde sta rapidamente tornando negli interessi della criminalità organizzata affiancando quello delle sostanze stupefacenti. Questa volta gli uomini del Comando Provinciale di Reggio Calabria, unitamente a Funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, hanno proceduto al sequestro di ben 5 container scaricati al porto di Gioia Tauro e carichi di sigarette recanti false indicazioni sull’origine e qualità e provenienti in Italia dagli Emirati Arabi Uniti. 

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Secondo quanto reso noto dalla stessa Guardia di Finanza, l’operazione, coordinata dalla Procura della Repubblica di Palmi, ha consentito, dopo una serie di complessi incroci documentali e successivi controlli, l’individuazione dei container sospetti all’interno dei quali i militari hanno scoperto circa 52 tonnellate di sigarette recanti vari marchi non censiti. I documenti di carico indicavano come destinazione finale formale il Montenegro ma, secondo gli inquirenti si trattava solo di una destinazione posta sulla carta mentre, presumibilmente, le sigarette erano pronte ad essere introdotte nel territorio italiano. 

GUARDA IL VIDEO DELLA SCOPERTA DELLO SCORSO 16 MARZO

«Tali sigarette, che non sono sottoposte ai rigidissimi standard di sicurezza europei – spiegano i responsabili della Finanza – possono, potenzialmente, contenere materiali scadenti ovvero cancerogeni con chiare implicazioni per la salute del consumatore. Frequenti i casi, in tali contesti, di rinvenimento, nell’impasto finale della sigaretta, di livelli di nicotina, catrame, monossido di carbonio, piombo, cadmio e arsenico molto più alti rispetto a quelli presenti nelle sigarette prodotte con criteri europei». 

Una volta individuato il carico si è proceduto al sequestro delle sigarette per il reato di vendita di prodotti industriali con segni mendaci. 

Una curiosità utile a comprendere l’entità del notevole quantitativo di merce sequestrata: i pacchetti di sigarette, allineati senza soluzione di continuità, costituirebbero una striscia lunga circa 220 km.

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