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SAN COSMO ALBANESE (COSENZA) – Si chiamano Cristian Dulan, 30 anni, ritenuto l’esecutore materiale dell’omicidio, e Salvatore Buffone (31), indicato come il mandante, i due presunti colpevoli dell’omicidio di Carmine Avato, operaio cinquantenne di San Cosmo Albanese ucciso a colpi di pistola davanti casa sua nella notte tra il 14 e il 15 novembre scorso (LEGGI LA NOTIZIA).

Dulan avrebbe confessato mentre Buffone è il cognato della vittima.

Le indagini (LEGGI) che hanno già portato al ritrovamento dell’arma utilizzata, sono state coordinate dalla procura di Castrovillari e portate avanti dai carabinieri della compagnia di Corigliano. Già nei giorni successivi all’assassino dell’uomo, padre di tre figli e in via di separazione della moglie, gli inquirenti avevano indirizzato le indagini nella cerchia familiare di Carmine Avato. Pista che oggi porta i suoi frutti.

L’omicidio, ha riferito il procuratore di Castrovillari Eugenio Facciolla, è maturato per «contrasti molto forti in ambito familiare». Secondo quanto riferito dagli investigatori, due giorni dopo essere stato ucciso Avato avrebbe dovuto partecipare a un’udienza in tribunale con la moglie per la procedura di separazione coniugale.

La svolta nelle indagini è giunta stamani, quando i carabinieri della Compagnia di Corigliano, insieme a Facciolla e al pm che ha coordinato le indagini, hanno compiuto una perquisizione a casa di Dulan dove è stata trovata una pistola calibro 7.65 – lo stesso dell’arma usata per il delitto – e 22 proiettili dello stesso calibro. L’uomo ha tentato di disfarsi dell’arma gettandola dalla finestra ma è stato visto e la pistola recuperata dai carabinieri. Dulan – arrestato in flagranza per il possesso dell’arma – avrebbe quindi fatto delle ammissioni che hanno portato al suo fermo e a quello di Buffone per l’omicidio di Avato.

Il legame tra i due fermati, ha spiegato il comandante della Compagnia carabinieri di Corigliano, capitano Francesco Barone,
è emerso nel corso delle intercettazioni telefoniche effettuate in queste settimane.

L’operazione di stamani, ha detto Facciolla, «è frutto del lavoro encomiabile svolto dall’ufficio di Procura di Castrovillari con i carabinieri di Corigliano che ha portato a raccogliere elementi tali da arrivare a un punto nevralgico dell’inchiesta». Le indagini, comunque, proseguono per accertare eventuali responsabilità anche a carico di altre persone.

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