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ZAGARISE (CZ) – Il “giallo” di Zagarise, con l’omicidio dell’ex sindaco Giuseppe Mangone, sarà esaminato dalla popolare trasmissione televisiva “Chi l’ha visto?”, in onda mercoledì sera su RaiTre. Gli inviati della trasmissione sono stati nel piccolo centro della Presila Catanzarese per raccogliere informazioni utili sul delitto avvenuto il 12 dicembre 2013 e per il quale non c’è ancora un colpevole.

Ci sono tre indagati, diversi esami effettuati dal Ris dei Carabinieri, ma nessuna notizia certa sugli autori. Alle telecamere di RaiTre hanno parlato il figlio della vittima e anche i tre indagati: A. C., G. F e C. A, proprietari di poderi limitrofi a quello dell’uomo ucciso.

Dunque tre indagati per un delitto incomprensibile, inaccettabile, che ha lasciato interdetta e stupefatta un’intera comunità. Tre indagati, un possibile movente, forse un alterco per questioni legate a confini di poderi vissuti con amore e dedizione dai protagonisti di questa oscura vicenda ma nessuna arma del delitto. Giuseppe Mangone fu rinvenuto con la giugulare recisa di netto ma, a distanza di 14 mesi, nonostante le battute minuziose delle forze dell’ordine, ancora nessuna traccia della lama che ha inferto la ferita mortale. Questo stato delle cose preoccupa non poco i familiari della vittima, protagonisti di una storia tragica. Mangone era un ottantaduenne sereno, innamorato della sua famiglia e della sua terra,nella quale si recava ogni giorno, da solo, nonostante fosse ubicata fuori dal paese, al termine di un pendio irto di insidie. I familiari della vittima si dicono poco soddisfatti del decorso decisamente lento delle indagini, in tutto questo tempo hanno tentato di sollecitare un’accelerazione nell’attività investigativa, pur rispettando il lavoro degli inquirenti. 

Oggi stanno lavorando per dare vita ad un’associazione intitolata a nonno Peppe, cosi era affettuosamente chiamato Giuseppe dai suoi nipotini, e dedicata alle vittime di fatti violenti non ancora chiariti. Un modo per tenere alta l’attenzione sull’omicidio Mangone, e, al tempo stesso, rendere onore ad un uomo buono, ucciso orrendamente, che aveva vissuto all’insegna della pacatezza l’intera sua esistenza e che certamente merita giustizia.

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