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COSENZA – Trentacinque fucili, sette radio ricetrasmittenti e 1.500 munizioni a «palla unica» e “spezzata» sono stati sequestrati dal Corpo forestale dello stato nel corso dell’operazione «Montea» condotta stamani nei confronti di undici persone indagate per bracconaggio e riprese a praticare attività venatoria in area protetta grazie all’ausilio di apparecchiature di videosorveglianza.   L’operazione è stata condotta nei comuni di S.Agata D’Esaro, S.Sosti, Fagnano Castello e Roggiano Gravina, per l’esecuzione di decreti di sequestro preventivo emessi dal gip di Castrovillari Anna Maria Grimaldi nei confronti di 11 persone su proposta del pm Francesco Santosuosso.   Nei confronti degli indagati sono ipotizzati i reati di introduzione di armi, attività venatoria e disturbo delle specie animali all’interno dell’area protetta del Pollino. Alcuni di loro, secondo quanto emerso dalle indagini del Corpo forestale effettuavano l’attività venatoria sprovvisti anche di regolare porto d’armi.   Le indagini, condotte dal Comando di S.Sosti e durate mesi, hanno evidenziato, grazie all’utilizzo delle apparecchiature di videoripresa, l’attività venatoria degli indagti nelle località «Fontana Corina» e «Serra del Finocchio» località queste ricadenti in zona «1» del Parco del Pollino, risultate sito Bioitaly. Una zona difficile da controllare per la morfologia del territorio, controllata poi, durante la battuta di caccia, da alcune «vedette». Dalle immagini riprese, emerge che gli indagati si trovavano nell’area protetta muniti di fucili, radio ricetrasmittenti e cani da seguita, con atteggiamento diretto a ricercare la fauna, stanarla e catturarla.

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