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POTENZA – «Cominciamo con il dire che io non contesto la legge 194». Il resto, spiega Aurelio Pace, è questione «di buon senso e di sostegno, ma non di ideologia». Il consigliere regionale passato al gruppo misto, di area centrista, prova a raccontare come e perché è nata la proposta di legge “Misure di sostegno sociale alla Maternità”. Ne è proponente e primo firmatario. «Ma sono grato a tutti i consiglieri, quasi la maggioranza, che mi hanno dato appoggio, sottoscrivendo la proposta. Ce ne sono di ogni provenienza, è stata un’adesione trasversale».

Parte dal dato che lo ha colpito spulciando il report del ministero alla Salute sui dati provvisori del 2012. «In tutte le regioni cala il ricorso all’interruzione volontaria di gravidanza, solo in Basilicata aumenta: non poco, del 5 per cento». La sua, dice, non è una legge «contro» l’aborto, ma «per» le donne che non vogliono abortire e che «sono spinte alla scelta per motivi economici. In genere si tratta di donne già madri, con uno o due figli, che si trovano ad affrontare l’arrivo di un nuovo bimbo, in periodo di crisi, magari con il marito cassintegrato e si sentono perse». È lo stesso ministero, aggiunge Pace, a spiegare in quel report che il dato lucano potrebbe spiegarsi proprio con le difficili condizioni economiche in cui versa gran parte della popolazione. E se in Italia si diffondono consapevolezza dei metodi contraccettivi e la pillola del giorno dopo, – aggiunge ancora  – in Basilicata si paga un po’ di più la dimensione del pudore da piccola comunità: «Le donne scelgono di abortire fuori regione anche per non incrociare conoscenti, per dover spiegare. È un costo, anche questo. Umano e per il sistema sanitario. Ecco, io riconosco la libertà della donna che vuole abortire. Ma non riconosco all’istituzione regionale la libertà di non porsi un problema rispetto a quelle madri che vogliono invece essere aiutate».

All’ipotesi che il sostegno economico diventi appettibile in assenza di bisogno reale, Pace oppone la strategia individuata nella proposta di legge. «Doppio canale di verifica, la certificazione Isee e la relazione del Centro di aiuto alla vita che accompagna il caso».

Se la legge fosse approvata, la Basilicata sarebbe, dopo la Lombardia, la seconda regione ad agire con un progetto simile.

sa.lo.

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