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NEL comunicato stampa del Comune, il 24 febbraio scorso, stilato a conclusione del tavolo  tecnico sul caso Ila Laterizi, il sindaco Adduce aveva commentato: «E’ stato un incontro molto utile perchè ha consentito a tutte le parti in causa di mettere a disposizione di tutti, le informazioni in proprio possesso». Il primo cittadino aveva poi aggiunto: «L’Aia (Autorizzazione integrata ambientale) non rappresenta solo un documento autorizzativo, ma contiene anche importanti  prescrizioni a tutela dell’ambiente e dei cittadini tra cui l’obbligo di un monitoraggio. Dobbiamo ripartire da questo documento per determinare le prossime decisioni che ciascun ente, per quanto di sua competenza, dovrà mettere in campo».

E’ per questo che la lettera della Ila Laterizi che annuncia di voler riprendere, per un mese, a provare ad utilizzare il pet coke nello stabilimento di Venusio, lo fa infuriare ancora di più. 

La lettera che ieri pomeriggio è stata inviata dal suo studio, al sesto piano del palazzo comunale, a Regione, Arpab, Procura e Corpo forestale,   chiarisce inequivocabilmente la posizione dell’amministrazione comunale: «Si chiede l’adozione di un provvedimento urgente cautelativo di sospensione dell’Aia già concessa nel 2010, onde riavviare le procedure di riesame  dell’autorizzazione rilasciata  con decreto regionale n.1357 del 2010, così come già  formalmente richiesto con precedente nota di questo ente il 22 febbraio scorso».

Nella lettera  che il sindaco ha inviato, si fa anche riferimento alla nota n. 206 del 19 febbraio scorso della stazione di Matera del Corpo forestale dello Stato «Con la quale viene segnalata tra l’altro una gestione non autorizzata di rifiuti speciali anche di presunta natura pericolosa».

Adduce ha inviato anche alla Ila Laterizi una risposta nella quale ricorda gli accordi emersi al termine del tavolo tecnico del 24 febbraio  nel corso del quale era «Stato concordato di sospendere qualunque ulteriore prova con uso del Pet coke nelle more della convocazione di un nuovo incontro, più ristretto, per definire i termini di un protocollo tra gli stessi soggetti e l’azienda, finalizzato a garantire sicurezza all’interno e all’esterno dello stabilimento, avviando una costante verifica dei prodotti utilizzati e delle emissioni». Adduce, dunque,  ritiene «Del tutto ingiustificata la decisione annunciata di voler avviare una non meglio definita sorta di messa in prova dell’impianto. Pertanto – conclude – nell’invitare codesta società a confermare l’impegno alla sospensione dell’uso di pet coke – annuncia di volersi attivare a convocare l’incontro di cui si era parlato il 24 febbraio scorso.

Nella nota del Corpo forestale dello Stato del 19 febbraio scorso, cui fa riferimento il sindaco Adduce (inviata anche  all’ufficio Ambiente della Provincia, All’Asm e alla Regione)  si legge tra l’altro che tra i rifiuti speciali non pericolosi trovati nello stabilimento ci sono «Fili metallici, cartoni d’imballaggio ma anche prodotti creati dal disfacimento di lastre ondulate per coperture di fabbricati di presumibile origine pericolosa (eternit)».

Nello stabilimento, inoltre il Corpo forestale dello Stato il 19 febbraio aveva anche accertato «L’esistenza di una superficie di 3000 metri quadri circa interessata allo smaltimento abusivo di rifiuti speciali provenienti dal ciclo di lavorazione dell’azienda Ila Laterizi srl, mediante lo spianamento e l’interramento di mattoni laterizi, fettucce di plastica  da imballaggio e travette in cemento armato».

Il prossimo passo, e subito, spetta alla Regione.

a.ciervo@luedi.it

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