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BERNALDA – Avevano curato tutto nei minimi particolari, per garantirsi una scorta di “Maria” da spacciare durante la stagione invernale, quando i requisiti vegetativi della Canapa Indica, richiedono ben altri e più impegnativi accorgimenti.

Così un 33enne e un 24enne di Bernalda, il primo già segnalato come assuntore, l’altro incensurato, hanno pensato bene di recintarsi un bel tratto di macchia mediterranea in contrada “Lumella” di Bernalda, per stabilirvi dieci piante ai primi di agosto, quando il clima caldo-umido è perfetto per la crescita.

Peccato che, a rovinare i piani, ci abbiano pensato gli agenti del Commissariato di Pisticci, agli ordini del commissario capo Gianni Albano.

Il dirigente ha illustrato ieri i risultati della brillante operazione “Carpe diem”, che ha impegnato gli agenti per un mese di appostamenti h24 in un’area impervia e malsana, infestata da zanzare ed animali selvatici. Con lui la soprintendente Patrizia Forte, il responsabile delle Volanti, Francesco Esposito, e nell’operazione anche l’ispettore De Palma, ieri assente per motivi di servizio.

Ai domiciliari per coltivazione e produzione di stupefacente, sono finiti Francesco Favale, 33 anni disoccupato e assuntore, e Roberto Silletti, incensurato di 24 anni, su disposizione del sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Matera, Salvatore Colella. Entrambi sono stati colti nella flagranza del reato, mentre asportavano dalle piante, già in piena inflorescenza e maturità vegetativa, circa 45 grammi di foglie, già pronte per l’essiccazione. Per trenta lunghi giorni, gli agenti, sollecitati da un informatore che aveva notato strani movimenti in quella zona demaniale, avevano individuato la piantagione, con tanto di recinzione metallica e paletti di sostegno.

Sul campo un tubo di plastica utilizzato per l’irrigazione e un altro simile di metallo, che su ammissione degli arrestati, serviva a scavare le piccole fosse nel terreno argilloso, dove collocare le piante.

Li hanno seguiti mentre curavano le loro “creature”, fino a quando si sono fermati per consentire alle piante di completare il ciclo, prima della raccolta completa. Avrebbero potuto intervenire subito con un sequestro preventivo e denuncia contro ignoti, impegnando meno forze ed energie in un periodo delicato per il servizio, come il mese di agosto; invece gli agenti hanno lavorato senza risparmiarsi, per andare fino in fondo, con l’arresto dei due “agricoltori”.

Così è stato tre notti fa, mentre raccoglievano una piccola parte. All’indomani gli agenti hanno smantellato la piantagione, estirpando le dieci piante alte tra 1,5 e 2 metri, per una produzione di circa 16 kg lordi e 10 netti, con un potenziale valore commerciale tra i 50 ed i 60mila euro. I due, dopo le formalità di rito e l’udienza di convalida dei fermi, si trovano ora ai domiciliari.

La brillante operazione, per la quale il dirigente Albano ha pubblicamente ringraziato tutti i suoi uomini, continuerà nelle prossime settimane, perchè c’è il fondato sospetto che i due non possano aver gestito da soli una piantagione di quella ampiezza. Di certo ci sono due potenziali spacciatori in meno sul mercato e dieci chilogrammi di Maria andranno al macero, invece che al consumo dei giovani in cerca di sballo.

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