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Una Calabria che vuole il cambiamento puntando sulla giustizia e sulla pace, che ha il volto di Francesco Azzarà e anche quello di don Giacomo Panizza, due uomini che marciano “controcorrente”, che rischiano qualcosa per gli altri e per questo hanno pagato. La marcia di Capodanno di Polistena, giunta alla sua 24esima edizione, nata su iniziativa di Don Piano Demasi, si è conclusa con l’impegno di camminare sulla via della giustizia per riaffermare il bene contro i potentati di ‘ndrangheta che insozzano questa terra rendendola una sorta di pantano nefasto e nauseabondo. Il messaggio di fondo è stato diretto ai giovani calabresi e della Piana anche a quei tanti ragazzi perduti che “’ndranghitijanu” come direbbe qualche anziano di Rosarno o di Gioia Tauro o a quei giovani che come ha ricordato Mons. Luciano Bux, vescovo della Diocesi di Oppido -Palmi che « non hanno mai incontrato la responsabilità della libertà» e che sognano miti sbagliati finendo per divenire strumenti di morte e di violenza. Giovani senza speranze. Il presule, così come aveva fatto Benedetto XVI° si è rivolto proprio ai giovani invitandoli ad « occuparsi di se stessi e del loro futuro, riscoprendo e mettendo in pratica la libertà che Dio ha dato loro».
Francesco Azzarà ha ringraziato tutti per la «vicinanza dimostrata durante la mia prigionia in Sudan. Sono venuto a Polistena perchè questa è una azione concreta in favore della Pace». Don Giacomo Panizza il quale ha evidenziato che «la Calabria ha bisogno di dare voce a tutte le persone che vengono calpestate. I giovani si possono educare solamente con i giovani. Il cambiamento può avvenire solamente con una loro fattiva partecipazione».

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