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ALLA fine non si capisce bene se è l’opposizione che, quasi per protesta, decide di non infierire o è la maggioranza ad aver mollato le redini del dibattito. L’aria non è da grandi entusiasmi in consiglio comunale. Né un provvedimento importante come l’assestamento di bilancio riesce ad animare il contraddittorio tra le parti. Alla relazione dell’assessore Federico Pace seguono pochi commenti. In poco più di un’ora l’argomento si archivia con un’approvazione risicata (27 presenti su 40 e tra questi gli astenuti dei Dec, più Mitro del misto, e i contrari di Pdl, Fli e Con la città. Molti assenti nel centrosinistra).
«Chi si prenota?», chiede più volte il presidente del consiglio Vincenzo Santangelo. Raro in sede di dibattito sul bilancio non vedere i display di prenotazione lampeggiare. E invece accade, per un paio di volte qualcuno temporeggia, poi si avvicina al microfono, pochi minuti di dichiarazione, subito al voto dopo la replica del sindaco Santarsiero.
Sul tavolo, anche il finanziamento regionale da 4 milioni e mezzo di euro che la Regione ha concesso al capoluogo, in virtù della spesa sostenuta per i servizi all’intera comunità regionale, tra le alzate di scudi nel Municipio materano. Pochi accenni, però,nell’aula potentina per questo intervento che «certifica – come dice Antonio Triani (Pu) – il ruolo del capoluogo. Il punto è rendere ordinario il trasferimento». Non è detto, infatti, farà eco Angelo Laieta (Dec) che sarà sempre garantito. «Per questo non ci si può prendere gioco dei cittadini, serve onestà».
Che il momento sia complesso per gli enti locali è fuori discussione (a Potenza come altrove, spiega il democratico Rocco Liccione, «sempre più deleghe e sempre meno trasferimenti»). Tagli centrali, debito storico da 12 milioni di euro all’anno, crisi economica. Che altro? «Con rigore – dice Federico Pace, delega al Bilancio – possiamo almeno essere sereni dal punto di vista tecnico, ma sappiamo che la collettività ha pagato prezzi importanti». I servizi ridotti all’indispensabile (garantiti anche grazie a quel supporto regionale), la macchina amministrativa limata, risparmio su utenze. «Ma poi capita – spiega deluso Pace – che pur avendo aderito al processo di certificazione del credito per dare un po’ di sollievo al nostro piccolo tessuto imprenditoriale, le aziende non hanno trovato istituti bancari in grado di muovere liquidità».
«Gli stati di sofferenza restano»: Antonino Imbesi (Pdl) teme per il trasporto pubblico (la posta inferiore mette al rischio il servizio) e denuncia l’iniquità delle nuove tariffe delle mensa, che costringono molte famiglie rinunciare.
Sulla mobilità più di qualcuno ha da ridire. Otto anni fa, «già attendevamo – aggiunge Rocco Coviello (Fli) – la gara per l’affidamento del servizio, oggi pagato a piè di lista». E’ vero, il tempo è passato, ma – giura Santarsiero – adesso ci siamo. «In attesa del bando europeo che richiede tempi lunghi, procediamo con una gara ridotta e minori costi per 2 milioni di euro». Sa che Potenza è presa come esempio negativo per il rapporto dirigenti-popolazione: «Stiamo riparando, nessun ricambio con i pensionamenti». L’unica via di ristoro per le casse potentine è la vendita del tribunale: era atteso ieri sera un incontro con i privati interessati all’immobile che potrebbe far rientrare a Palazzo di città circa 30 milioni di euro. «L’atto potrebbe arrivare tra una decina di giorni». Così sperano.

Sara Lorusso

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