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CATANZARO – «I beni generati dalla sola ‘ndrangheta oggi sono 44 miliardi di euro e hanno superato il profitto di multinazionali come la Microsoft e la Apple». L’organizzazione criminale più potente ha le sue radici in Calabria, terra «resa più povera» dalla sua presenza. Eppure i bilanci sono stratosferici, al punto da non avere rivali nemmeno tra le multinazionali più ricche. Il nuovo spaccato delle ‘ndrine calabresi è emerso nel corso workshop “Il contrasto alle mafie in Europa: esperienze a confronto”, in corso a Barcellona Pozzo di Gotto nel ventennale dell’uccisione del giornalista Beppe Alfano. Ed a denunciare la potenza della malavita calabrese è stato Michel Quillè, direttore aggiunto del’Europol. Una voce autorevole, dunque, che permette di avere sotto la lente di ingradimento tutto lo spessore criminale delle cosche di Calabria. Forti e onnipresenti. Capaci di controllare i mercati e di gestire partite di primo livello nell’economia europea
Nel corso della giornata di studio, il direttore aggiunto dell’Europol ha spiegato: «Oggi sempre di più le forze criminali sono globalizzate e si muovono nel mondo, arricchendosi. I beni generati dalla sola ‘ndrangheta oggi sono 44 miliardi di euro e hanno superato il profitto di multinazionali come la Microsoft e la Apple. Se però esaminiamo la regione d’origine della ‘ndrangheta questa organizzazione ha reso quell’ambiente più povero. A differenza dei criminali che sembrano cooperare tra loro, le autorità giudiziarie e le forze di polizia devono confrontarsi con ostacoli e difficoltà. Nell’Unione Europea ad esempio ci sono 27 paesi che hanno legislazioni diverse: ci deve essere quindi una maggiore cooperazione, nessuno può affrontare il fenomeno mafioso da solo».
Una storia già nota, da questo punto di vista. Dal momento che alla compattezza delle cosche nella gestione degli affari, fatte salve le guerre di mafia, si contrappongono Stati incapaci di cooperare, con meccanismi farraginosi e disagi che appaiono spesso incolmabili. Per questo, Quillé ha aggiunto: «E’ necessario il supporto delle polizie internazionali alle forze di polizia italiana contro le mafie. Oggi sempre di più, infatti, le forze criminali sono globalizzate. Nessuno può affrontare il fenomeno mafioso da solo».
IN GERMANIA. E mentre la ‘ndrangheta ha conquistato l’economia di mezzo mondo, la stessa associazione è stata capace di mettere radici fortissime in Germania. Secondo il presidente della Bka (Polizia federale tedesca), Jorg Ziercke, anch’egli presente alla giornata di studio in Sicilia, «la metà dei gruppi criminali identificati in Germania appartengono alla ‘ndrangheta. È il maggior gruppo criminale sin dagli anni ’80. In confronto ad altre associazioni presenti in Germania, gli italiani hanno ancora la più forte organizzazione».
Anche dal super poliziotto tedesco è stata sottolineata la necessità di una maggiore cooperazione: «E’ necessario che si coordini un approccio internazionale per la sicurezza a livello globale». Lo scambio delle informazioni a livello europeo, ha spiegato il presidente della Bka, è essenziale per combattere con successo i gruppi che operano a livello internazionale. Le autorità tedesche hanno risposto al processo di internazionalizzazione della criminalità con la creazione della task force italo-tedesca, nata dopo la strage di Duisburg. «Da allora la cooperazione tra i nostri Paesi si è decisamente intensificata. Ma serve di più. Per combattere la criminalità organizzata è necessario creare uffici per le indagini sia in Italia che in Germania. È importante poter interrogare i testimoni. Il codice penale italiano comprende il reato di associazione mafiosa, è indispensabile che anche quello tedesco lo comprenda». È necessario per identificare, per esempio, le attività di riciclaggio del denaro sporco. Il coinvolgimento delle procure a livello internazionale, la collaborazione tra autorità italiane e tedesche «oggi è ad ottimi livelli, ma è necessaria una comprensione reciproca delle limitazioni dei rispettivi ordinamenti giudiziari. La mafia non può essere combattuta solo in italia. Il problema è anche tedesco. Per sconfiggerla – ha concluso Jorg Ziercke – dobbiamo essere in grado di eliminare in maniera permanente gli utili prodotti dalla mafia».

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