X
<
>

Condividi:
2 minuti per la lettura

COSENZA – Una richiesta di rimessione del processo. E’ partita così l’udienza di ieri del processo per la morte di Roberta Lanzino, la giovane cosentina uccisa 26 anni fa. L’avvocato Enzo Belvedere, che difende due degli imputati, Franco e Remo Sansone, ha presentato alla Corte suprema di Cassazione la richiesta di rimessione del processo a carico dei suoi assistiti “dinanzi ad altra Corte d’Assise, con contestuale richiesta di emissione di ordinanza sospensiva dello stesso processo in pendenza di decisione da parte della Suprema Corte di Cassazione”. Una richiesta che era stata annunciata già nella scorsa seduta, in seguito ad un inasprirsi del dibattito tra il difensore e il presidente della Corte d’Assise Antonia Gallo. L’avvocato motiva la sua richiesta indicando “l’esistenza di gravi situazioni locali che pregiudicano la libera determinazione delle persone che partecipano al processo e che determinano motivi di legittimo sospetto, partendo dal clima che aleggia su tale vicenda processuale, influenzandone, irrimediabilmente, lo sviluppo e le sorti”. 

Nella lunga istanza alla Corte di Cassazione, Belvedere parla di clima di “caccia alle streghe”, “di particolari morbosi, di interviste al vetriolo, di rabbiose ragioni e di pregiudizi” e cita anche alcuni interrogatori che avrebbero penalizzato il lavoro della difesa con “accadimenti processuali che hanno palesato il pesante stato di turbamento che inficia l’operato della Corte d’Assise di Cosenza”. Si mette in dubbio, in sostanza, l’imparzialità del giudice e la serenità del clima ambientale sottolineando che Francesco Sansone non sta assistendo al processo perchè “fatto segno di vituperi e contumelie (lui e il giovin figliuolo presente in aula) già durante la fase dell’udienza preliminare presso il Tribunale di Paola”.

Belvedere parla di “clima ostico e ostruzionistico in cui troppe volte la difesa, a differenza di quanto invece accade al pm e alle parti civili, è costretta a lavorare” e rimette la decisione in mano alla Cassazione. Da parte sua il presidente della Corte ha comunque deciso di proseguire nel processo, in attesa della decisione della Cassazione, e la difesa ha allora annunciato di voler rinunciare a tutti i suoi testimoni. Il pm e l’avvocato di parte civile Ornella Nucci, però, non hanno dato l’assenso alla cancellazione di una decina di loro

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE