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COSENZA – Non supera la prova del Coruc la proposta di istituire all’Unical il corso di laurea in “Assistenza sanitaria”. Il Comitato regionale di coordinamento delle università calabresi ha “congelato” a maggioranza il progetto del Dipartimento di Farmacia dell’Università della Calabria che, combinando i dati sulla migrazione degli studenti calabresi con la presenza all’interno dell’ateneo di un polo d’eccellenza per la ricerca biomedica, voleva estendere la propria offerta formativa all’ambito delle professioni sanitarie. Un’area vasta, che comprende ventidue diversi profili, dall’infermiere al logopedista, dall’ortottista all’igienista dentale, dal podologo all’assistente sanitario.

Per il Dipartimento di Farmacia dell’Unical e per il suo direttore, Sebastiano Andò, era il primo tassello di un sogno più ampio chiamato Medicina. Di certo era la prima risposta alla mobilitazione che ha visto protagonisti i consigli comunali di quasi tutta la provincia di Cosenza nel chiedere l’istituzione di una scuola delle professioni sanitarie.

Nel recente passato si tentò di portare a Cosenza due corsi di laurea in questo ambito (“Infermieristica pediatrica” e “Tecnico della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro”), con un accordo tra Asp e “La Sapienza” . Catanzaro insorse, l’ateneo ricorse al Tar che respinse però la richiesta di sospensiva, ma dell’accordo poi non si fece più nulla perché l’ex governatore Scopelliti disertò la firma finale del protocollo e, nel frattempo, il Magna Graecia riuscì ad ottenere dal Miur l’accreditamento dei due corsi oggetto della disputa. Accadeva due anni fa. Il direttore del dipartimento di Farmacia dell’Unical Andò ha più volte detto che l’avvio ad Arcavacata di corsi d’area sanitaria non si contrappone alla Scuola di Medicina e Chirurgia dell’Università Magna Graecia di Catanzaro, perché sarebbe un’integrazione dell’offerta. Se il 70 per cento dei diplomati che sceglie Medicina lascia la Calabria (seguito dal 50 che opta per le professioni sanitarie, in base ai dati della Fondazione Agnelli), allora un solo polo di formazione – è il ragionamento del direttore di Farmacia – non è sufficiente. Su 22 corsi di laurea per le Professioni sanitarie, ad esempio, il Magna Graecia ne ha avuti attivi quest’anno sette.

Il presidente del Coruc Aldo Quattrone, rettore dell’ateneo di Catanzaro, ha fatto valere ieri in seduta altri argomenti: senza un corso di laurea in Medicina non si potrebbero attivare, ha spiegato, corsi relativi alle Professioni sanitarie e la questione quindi avrebbe bisogno di un ulteriore approfondimento. Gli unici voti contrari sono arrivati dal rettore dell’Unical Gino Crisci e dal rappresentante degli studenti Fernando Militerno, senatore accademico ad Arcavacata. Nessuno stop invece per gli altri nuovi corsi di laurea previsti, anche se il percorso verso il riconoscimento definitivo prevede almeno un altro passaggio formale e si concluderà prima della pausa natalizia.

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