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REGGIO CALABRIA – Ci sono quattro dipendenti della Sorical, la società di gestione della rete idrica calabrese, tra i sedici destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare degli arresti domiciliari eseguiti dalla Guardia di finanza nell’ambito dell’operazione “Ceralacca 2”. Si tratta di Giuseppe Riccio (47 anni, nato a Crotone), Giulio Ricciuto (43 anni, nato a Pizzo in provincia di Vibo Valentia), Michele Clericuzzo De Siena (52 anni, nato a Catanzaro) e Pietro Salvatore Teti (49 anni, nato a Soverato in provincia di Catanzaro). Dalla prima tranche dell’operazione risultano indagati altri due dipendenti, Mario Torresani e Domenico Lamonica.
In particolare Giulio Ricciuto, nella sua qualità di capo compartimento della Sorical per il centro sud, avrebbe firmato una relazione tecnica per lavori di somma urgenza in favore della Isotech srl, società dei fratelli Bagalà, omettendo di specificare che c’erano altre imprese idonee a svolgere lo stesso lavoro. Per questo favore avrebbe incassato diecimila euro. Anche Riccio, responsabile qualità e sicurezza della Sorical, avrebbe preso soldi e li avrebbe divisi con Torresani e Lamonica in relazione alle verifiche sui lavori compiuti dalle imprese riconducibili al gruppo Bagalà.
De Siena, contabile della società di gestione delle acque calabresi all’ufficio di zona di Catanzaro, in cambio di cinquecento euro avrebbe corretto da centomila a duecentomila euro l’importo di spesa indicato nella proposta di atto di sottomissione predisposta per la manutenzione ordinaria e straordinaria delle opere elettriche, elettromagnetiche, strumentali di automazione e telecontrollo degli impianti idropotabili calabresi. La stessa somma avrebbe ricevuto il suo collega d’ufficio Teti per tacere quanto stava avvenendo circa l’assegnazione dei lavori di somma urgenza al serbatoio Longobardi nel comune di Vibo Valentia.

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