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PAOLA – Il colore che trionfa è il giallo. Gialle sono le segnalazioni stradali a terra, gialle sono le palazzine che si affacciano su questo pezzo di strada sventrata, giallo è pure l’edificio abbandonato da anni e che una volta ospitava l’istituto Alberghiero. Vederlo così, con le tavole al posto delle finestre a piano terra e una cancellata arrugginita all’ingresso, fa pena e tristezza. E di giallo è pure tinta una vicenda della quale nessuno sembra aver troppa voglia di parlare. Lo svincolo di Paola, la storia dello svincolo di Paola, rischia di arricchire il già corposo volume delle opere incompiute in Calabria. Ma potrebbe essere anche altro, molto altro, nascosto dietro i silenzi e dietro i “le faremo sapere” che chiudono le telefonate. I lavori sono in corso da 1221 giorni. Sono quasi tre anni e mezzo. E oggi sono fermi da più di un mese. Tempi biblici e stop ingiustificati. C’è stato un primo fermo per la festa patronale, a inizio maggio. Poi un altro per il passaggio del Giro d’Italia. Poi sono scattati i lucchetti. Qui è tutto chiuso, operai non se ne vedono, sembra tutto bloccato in una gigantesca bolla d’aria. Un’opera da un milione e mezzo di euro incagliatasi improvvisamente e con improbabili sblocchi, almeno a breve. Un’opera che doveva portare diversi benefici: alla città di Paola, prima di tutto. Al turismo religioso diretto al santuario di San Francesco, quello che sembra sempre sul punto di decollare ma che non decolla mai. E, in generale, serviva ad alleggerire tutto il traffico che da queste parti, d’estate, è parecchio intenso e, fino a qualche tempo fa, regolato da un gruppo di semafori dietro ai quali spesso la fila era decisamente lunga. Ma questo, tutto questo, appartiene al passato o al libro delle buone intenzioni. Il presente è un’altra cosa. Lo svincolo di Paola oggi è una serie di rotonde attorno alle quali il traffico scorre anche abbastanza rapidamente. Ma è un’illusione. Basta parlare con la gente che vive in quelle palazzine gialle, che si affacciano sulla Statale e ti chiedono quando questo triste spettacolo finirà. Risposte purtroppo non ne ha nessuno. Nemmeno il Santo la cui immagine è su quasi tutti i balconi, e la cui statua, quella che da sempre indica la strada del santuario, oggi è stretta tra due prefabbricati, quelli che nei cantieri servono per uffici. Ovviamente sono chiusi e su uno dei due ci sono anche i segni di un incendio. L’aneddotica sui pericoli scampati, invece, è florida. Come «quella volta che un camion stava prendendo un’auto che se la sarebbe portata fino a San Lucido» dice un signore. Tante anche le lamentele di chi entrava con l’auto dentro il proprio cortile ma che, da un giorno all’altro, da tre anni, è costretto a fare un giro assurdo solo per poter arrivare a casa propria. Proviamo a chiedere: i lavori sono stati commissionati dall’Anas a un’Ati, la Incabit il 10 luglio del 2009. La ditta ha sede a Bisignano, anche sul suo sito internet, alla voce lavori in corso, sono indicati in corso i lavori allo svincolo di Paola. Alla prima chiamata dicono di richiamare; alla seconda forniscono il cellulare del direttore dei lavori e il numero è inesistente. Alla terza dicono che richiameranno loro e l’attesa continua. Va meglio all’Anas. Dall’Urp ti mettono in contatto con la Sala Stampa e da questa all’ufficio stampa per la Calabria. Si informa e richiama. Si apprende che «i lavori sono stati svolti regolarmente fino al 2 maggio, quando sono state montate le barriere di protezione. C’è stata la pausa per la festa patronale e per il Giro d’Italia. Il 13 maggio pioveva. Il 14 maggio è stata resa fruibile una viabilità alternativa. Resta da completare lo scavo del sottopassaggio, un muro d’ala e una rampa sul rilevato stradale, quella che collega il tratto della Statale che arriva da sud col centro abitato di Paola». La conclusione è la parte migliore: «I lavori saranno finiti prima dell’esodo estivo». Possibile?

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