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Enrico Letta

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ROMA – «È durissima. Fortuna che c’è il PD. Fortuna che c’è unità del PD». Lo ha detto, tra gli applausi, il segretario del Pd Enrico Letta, aprendo l’assemblea dei grandi elettori Dem.

«Ieri grande successo nostro la mattina – ha aggiunto -. Vi ringrazio perché siete stati eccezionali nel fidarvi della tattica. È stata una vittoria che ci ha consentito di tornare alla casella di partenza».

«Per un successo – ha sottolineato Letta – c’è bisogno che la nostra logica ‘non deve esserci un vincitore’ prevalga. Non lo capiscono tutti. E non capirlo vuol dire non comprendere che il bandolo della matassa si trova solo con un accordo tra tutti».

«Noi dobbiamo tentare nelle discussioni all’interno della maggioranza, tutto il possibile perché la quadratura del cerchio avvenga – ha aggiunto -. La coerenza tra maggioranza di governo, due coalizioni e una maggioranza che regge il PDR».

«Si è ragionato di vari nomi, tanti, dal nome di Draghi, a Mattarella, la Cartabia, la Severino, la Belloni e gli altri come Amato e Casini – ha ricordato Letta -. Attorno a tutti questi nomi si è cominciato a discutere. Poi ciascuno ha fatto delle verifiche a casa sua. Appena ciò è accaduto Salvini è uscito con la solita logica del ‘sono io che do le carte’. Questo ha creato un cortocircuito anche coi Cinque Stelle».

«Appena Salvini ha parlato ho capito che l’ipotesi a cui faceva riferimento sarebbe stata bruciata. A causa di questo metodo», ha detto Letta, aggiungendo: «Oggi si riparte con un metodo di confronto caratterizzato da un elemento in più: il centrodestra si è formalmente spaccato. Politicamente è un punto essenziale».

In collaborazione con Italpress


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