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CATANZARO – Il dolore dell’addio. Dell’ultimo bacio ad una madre volata in cielo. E poi l’indignazione. Verso chi ha violato un luogo sacro. Con una busta piena di feci umane, svuotata nell’obitorio del cimitero di via Paglia, tra le salme in attesa di sepoltura. 

Questa la scena davanti alla quale il figlio di una donna deceduta si è ritrovato nella mattinata della vigilia di Pasqua. Immediato è scattato l’allarme, con l’arrivo sul posto del dirigente comunale ai servizio cimiteriali, Emanuele Cannistrà. 

È stato proprio quest’ultimo, infatti, dopo aver disposto l’immediato ripristino delle condizioni igienico sanitarie all’interno del locale, a visionare personalmente le telecamere a circuito interno, al fine di ricostruire gli ultimi movimenti. Così, supportato dai tecnici, il dirigente ha potuto individuare una figura femminile, che, munita di una busta di plastica ormai vuota, stava per lasciare con fare circospetto i locali dell’obitorio, dopo avere, con tutta evidenza, messo in atto l’insano gesto. 

Una dettagliata denuncia, con tanto di immagini delle telecamere estrapolate al seguito, è già pronta ad approdare questa mattina presso il Comando provinciale dei carabinieri di Catanzaro, per l’avvio delle indagini finalizzate a far luce sul gravissimo episodio. E, determinato ad andare fino in fondo alla singolare vicenda, si dice anche lo stesso dirigente, Emanuele Cannistrà, che, dopo l’indignazione dei primi minuti, ha sfoderato le armi della denuncia, in un contesto di illegalità che ormai incombe inesorabilmente su tutti i cimiteri della città. 

«Fin quando resterò io dirigente dei Servizi cimiteriali, farò di tutto per arrivare alla verità, perché questo gesto perpetrato in un luogo di dolore mi indigna non solo come dirigente comunale, ma anche come uomo. Si tratta di un atto vergognoso, un vero e proprio attacco al Fort Apache», commenta a muso duro Emanuele Cannistrà, raggiunto telefonicamente dal Quotidiano del Sud.

Il resto, lo ha scritto nella lunga denuncia che oggi presenterà personalmente ai carabinieri del comando provinciale, che sono stati già informati dell’accaduto.

 

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