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Il quorum per i quattro referendum abrogativi sui quali ieri e oggi hanno votato gli italiani – servizi pubblici locali, acqua, nucleare e legittimo impedimento – è stato raggiunto. Quando sono arrivati al Viminale i dati relativi a oltre la metà dei comuni italiani, il dato dei votanti, ormai quasi consolidato, è attestato intorno al 57%, pari ad un’affluenza alle urne superiore al 50 per cento, più uno, dell’intero corpo elettorale. Secondo il dato diffuso dal Viminale su oltre quattromila comuni su 8.092, l’affluenza è stata del 57,01% per il quesito sulla privatizzazione dell’acqua; del 56,97% per quello sulle tariffe idriche; del 56,87% sul nucleare e del 56,90% sul legittimo impedimento.
In Calabria per i referendum si è recato alle urne il 50,36% dei votanti e l’affluenza più alta è stata registrata nella provincia di Cosenza con oltre il 52%. Affluenza più bassa invece per la provincia di Crotone dove ha votato circa il 45,10% degli aventi diritto.

In particolare nelle province della Calabria sono stati registrati i seguenti dati relativi all’affluenza urne:

REFERENDUM 1 – Servizi pubblici locali
CATANZARO 51,47%
COSENZA 52,61%
REGGIO CALABRIA 49,33%
CROTONE 45,10%
VIBO VALENTIA 46,68%

REFERENDUM 2 – Tariffa servizio idrico
CATANZARO 51,47%
COSENZA 52,62%
REGGIO CALABRIA 49,32%
CROTONE 45,11%
VIBO VALENTIA 46,68%

REFERENDUM 3 – Nucleare
CATANZARO 51,45%
COSENZA 52,59%
REGGIO CALABRIA 49,33%
CROTONE 45,10%
VIBO VALENTIA 46,68%

REFERENDUM 4 – Legittimo impedimento
CATANZARO 51,43%
COSENZA 52,57%
REGGIO CALABRIA 49,32%
CROTONE 45,07%
VIBO VALENTIA 46,66%

POLEMICHE DOPO LE DICHIARAZIONI DI MARONI
La giornata di chiusura del voto è stata caratterizzata anche dalle polemiche seguite alle dichiarazioni del ministro Maroni e del premier Berlusconi, prima della chiusura delle urne. Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, in conferenza stampa a Villa Madama con il premier israeliano Netanyahu, ha commentato ad urne ancora aperte, il voto sul referendum, in particolare accennando al quesito sul nucleare: “Dovremo dire addio al nucleare, ora forte impegno su energie rinnovabili”. Dichiarazioni che hanno indignato i sostenitori del referendum e i comitati promotori, in quanto il voto era in corso e avrebbe potuto condizionare chi ancora non si era recato alle urne. Prima ancora il ministro Roberto Maroni aveva annunciato che il quorum era stato raggiunto. Il Pd e i Verdi in particolare hanno definito le parole del ministro e del premier “inopportune e gravi”.
Il senatore del PD Stefano Ceccanti ha segnalato in un’interrogazione, «che le esternazioni di Maroni e Berlusconi a urne aperte violano senz’altro la correttezza istituzionale ma forse anche l’articolo 100 del Testo Unico Camera».
Previsione che «secondo l’articolo 50 della legge sui referendum applicabile pure a questo tipo di consultazioni, che punisce anche in termini penali chiunque in qualunque modo altera il risultato della votazione». Ceccanti chiede pertanto di sapere «se per il futuro si intenda rientrare nella più rigorosa correttezza istituzionale di un Paese a democrazia pluralista che richiede il più rigoroso silenzio durante le operazioni elettorali per rispettare le garanzie costituzionali del voto dei cittadini, evitando in qualsiasi modo di incorrere in violazioni di legge».
Subito dopo la chiusura dei seggi e le prime indiscrezioni il leader di Api, Francesco Rutelli ha voluto invece rivolgere uno speciale “ringraziamento non solo ai promotori dei referendum ma soprattutto ai tanti giovani che hanno votato”. Per Rutelli sono di grande rilievo i risultati di regioni del Sud, come Calabria e Campania, in controtendenza rispetto ai datti delle 22 di ieri.

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