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«Caro sindaco, coerentemente con il mandato affidatoci dalla comunità sin dai giorni della protesta dei Centomila di Scanzano, contro la decisione dell’allora Governo nazionale di trasformare la Basilicata in una pattumiera di rifiuti radioattivi, la classe dirigente lucana è chiamata ad essere in prima fila nella battaglia referendaria del 12 e 13 giugno prossimi, sia per quanto riguarda il quesito relativo al ritorno del nucleare in Italia, sia per ciò che concerne i temi legati alla gestione pubblica dell’acqua, da un lato, e al cosiddetto legittimo impedimento, dall’altro». Il governatore, a sue spese – come terranno a specificare dalla Regione – ha recapitato a tutti i 131 sindaci della Basilicata una lettera con la quale li esorta a scendere in piazza, parlare con la gente e lavorare per il quorum al referendum di domenica e lunedì prossimi.
Così De Filippo si rivolge ai primi cittadini: «Converrai con me che dobbiamo sentirci tutti moralmente impegnati ad utilizzare uno strumento democratico, qual è quello del Referendum, per riconsegnare nelle mani dei cittadini il diritto a decidere del proprio futuro, per chiudere definitivamente la porta, con il Sì, a qualsiasi tentativo di reintrodurre il nucleare in Italia, in modo da scongiurare il grave rischio che anche la nostra regione ha corso in questi anni, per la volontà – mai venuta meno, da parte di taluni settori dello Stato – di farne la sede deputata ad ospitare un deposito di scorie radioattive».
In Basilicata il problema non è uno scherzo, cosicché tocca impergnarsi, a cominciare dai territori: «Caro sindaco, in questi ultimi giorni di campagna referendaria, sarà importante che i tuoi concittadini percepiscano, dalla voce di chi li amministra, l’importanza di esprimere un Sì convinto anche sui due quesiti che, in caso di vittoria, consentiranno di continuare ad assicurare la gestione pubblica dell’acqua. In Basilicata, più che altrove, la gestione pubblica della risorsa idrica – peraltro sperimentata con successo in questi ultimi anni – è un pre-requisito indispensabile per garantire a tutti i cittadini un bene vitale a costi contenuti e con elevati standard di efficienza e sicurezza. Ritengo infine importante che in un auspicabile, quanto imprescindibile rapporto di collaborazione tra chi amministra e quanti ne controllano l’operato, si esprima un quarto, convinto Sì anche sul quesito che riguarda il “legittimo impedimento”, a mio parere giustamente annoverato tra le cosiddette leggi ad personam, che rischiano solo di invelenire il clima politico del Paese. Sono certo – conclude – che, al di là del legittimo diritto di ciascun elettore di esprimere il proprio giudizio sui quattro quesiti referendari, il tuo Comune contribuirà, anche grazie al tuo impegno a raggiungere e superare la soglia minima del quorum».
I sindaci ieri, non avevano ancora ricevuto la lettera e perciò solo in pochi sapevano già cosa rispondergli. Abbiamo contattato, tra gli altri, il sindaco di Francavilla (del Pdl) che, in linea col suo partito, ha dato ai suoi elettori ampio margine di scelta sul voto. Polemici invece i Popolari Uniti, secondo i quali «bisogna dire chiaro e tondo ai cittadini lucani che la Basilicata rischia grosso sul nucleare» e che «il termometro della partecipazione non è alto». Così «senza iniziative straordinarie da parte delle Istituzioni locali e delle rappresentanze categoriali non sembra riproponibile un evento paragonabile per impatto mediatico alla marcia di Scanzano». Per cui bando ad «iniziative tiepide», perché «chi più può più deve dare e fare».

(raq)

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