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Due bracconieri sono stati fermati e denunciati dalla Guardia di Finanza di Reggio Calabria per un traffico di volatili cacciati in violazione delle norme a tutela dell’ambiente e della fauna protetta. I due, M.D. di 40 anni, e S.C., di 30, dovranno rispondere dei reati di attività abusiva di uccellaggione, cattura e abbattimento di esemplari di pettirosso (specie a grave rischio di estinzione); cattura e caccia di animali nei confronti dei quali non è consentita la caccia.
L’attenzione dei militari, nel corso di un normale posto di controllo nella zona sud della città, era stata attirata dal nervosismo palesato da due persone fermate a bordo di un fuoristrada. Sospettando che vi potessero essere occultate delle armi o della droga, i finanzieri hanno proceduto alla perquisizione del mezzo, scoprendo di essersi imbattuti in due bracconieri professionisti.
Sul mezzo c’erano gli strumenti utilizzati per la caccia di frodo, in particolare, una lunga rete, a maglie strette, di circa 20 mq. Nelle abitazioni dei due, peraltro privi di licenza di caccia, sono stati poi trovati, all’interno di un congelatore spento, 770 verzellini, 123 cardellini, 3 pettirossi e 29 fringuelli, per un totale di 925 esemplari, insieme a 45 cardellini e 3 verzellini rinchiusi all’interno di alcune gabbiette di varie dimensioni.
Gli uccelli, ancora in vita, sono stati affidati in custodia al personale veterinario del centro di recupero animali selvatici di Messina, che avrà il compito di accertarne lo stato di salute verificando se, in particolare, essi siano stati sottoposti ad ulteriori maltrattamenti. È diffusa, infatti, tra i cacciatori di frodo, procedere all’accecamento degli uccellini al fine di accrescerne le capacità canore. Qualora gli accertamenti veterinari dovessero confermare tale sospetto, la posizione dei due bracconieri si aggraverebbe.

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