X
<
>

Share
2 minuti per la lettura

SE Giuseppe Pignatone arrivava forte dell’esperienza nella lotta contro Cosa Nostra, il prossimo procuratore di Reggio Calabria potrebbe essere uno dei più grandi esperti nel contrasto alla camorra dei casalesi. Nulla è ancora definito, ma si fa sempre più consistente la pista che porta Federico Cafiero De Raho verso la città dello Stretto. La quinta commissione del Csm si è infatti pronunciata a suo favore: nella votazione, il procuratore aggiunto della Dda di Napoli ha riportato sei voti, mentre gli attuali procuratori aggiunti di Reggio Calabria Michele Prestipino e Nicola Gratteri e il procuratore di Caltagirone Francesco Paolo Giordano ne hanno ottenuto uno ciascuno.

La parola finale spetta ora al plenum del Csm che deciderà se accettare l’indicazione che, secondo prassi, deve anche ricevere il placet del ministro della Giustizia. 

Cafiero è a Napoli da 20 anni, prima come sostituto procuratore, poi come procuratore aggiunto, impegnato nelle più delicate indagini contro i potenti clan del Casertano e artefice della cattura di diversi latitanti.E per questo è diventato tra l’altro il bersaglio numero uno delle cosche campane. Sua la firma sul maxiprocesso che ha inchiodato in via defin­i­tiva, ergas­toli a boss come Francesco Schi­avone, Cic­ciotto Bidognetti, Anto­nio Iovine, quest’ultimo cat­turato nel 2010 dopo quindici anni di lati­tanza, e Michele Zagaria, l’altro grande padrino catturato nel 2011.

Proprio nei giorni scorsi, il pentito Roberto Vargas ha rivelato che Nicola Schiavone, figlio d’arte di Francesco Sandokan, aveva intessuto accordi con cellule di Al Quaeda, dotati di armi e esperti di terrore stragisti per eliminare i nemici della cosca, a partire proprio dal procuratore aggiunto della Dda. Ma ora, forse, per Federico Cafiero De Raho potrebbero aprirsi nuovi fronti di lotta alla criminalità organizzata.

Redazione web

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE