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REGGIO CALABRIA – Reggio suona e canta. Danza e spera. In migliaia sono scesi in piazza, e poi hanno sfilato fino al Museo dello Strumento musicale. Annerito, sì, dal fuoco doloso che ha devastato l’ex stazione Lido e bruciato centinaia di strumenti e spartiti (LEGGI L’ARTICOLO). Ma riscaldato oggi dal calore e dalla gioia di oltre tremila reggini scesi in strada con strumenti di ogni genere. Chitarre e tamburi, nacchere e flauti, un gong appeso ad un albero quasi a voler suonare un nuovo inizio per una città ferita, che risponde in musica all’aggressione e alla violenza. Reggio c’è. Lo ha dimostrato. (GUARDA IL VIDEO DEL MUSEO INCENDIATO)

Con i suoi bambini e i suoi nonni, con i coperchi delle pentole, per chi non aveva altro, a schiamazzare e suonare, tra tarantelle e Bob Marley, suonate e cantate a squarciagola per dire al Mustrumu che non è solo. Ma anche per dire a se stessa che una strada c’è. Ed è una strada musicale. Ogni angolo della piazza un suono diverso: la banda di Mosorrofa con i suoi giovani e i fiati. Il coro Be Free del liceo scientifico Da Vinci. Organetti e tamburelli con donne e uomini a fare “ruota” e danzare. 
“E’ una giornata di speranza – ha detto il fondatore del Mustrumu con occhi pieni di commossa incredulità – un grazie ai reggini, alla città, noi siamo pronti a ripartire, con l’aiuto di tutti”. Anche Ken Curatola, sempre dal Museo, ringrazia e sorride: “E’ una giornata bellissima. Non credevamo che la risposta sarebbe stata così massiccia. Adesso – annuncia – partiranno il 28 novembre le domeniche per il Museo. Il 28 si apre con il concerto dei Tamburi del Sud di Luca Scorziello, un musicista che è cresciuto proprio dentro il Museo. Vogliamo che questa festa non si fermi qui”. Il corteo parte da Piazza Italia, e percorrendo il Corso si ingrossa sempre di più. Un serpentone musicale che ha contagiato tutti. E che al Museo ha continuato la festa di musica. Per Il Mustrumu e anche per la città.
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