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Arnaldo Lomuti, coordinatore regionale lucano del Movimento 5 stelle

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POTENZA – Nessun veto preconcetto sul nome del possibile candidato governatore da parte del Movimento 5 stelle. Ok. Ma di qui a un sostegno senza condizioni all’incoronazione del re delle coop bianche lucane, Angelo Chiorazzo, ancora ce ne passa.
E’ questo il senso della nota con cui ieri mattina il deputato e coordinatore regionale dei pentastellati, Arnaldo Lomuti, ha rotto il silenzio sulle trattative in corso per la creazione di un fronte per sfidare il centrodestra alle elezioni regionali di inizio 2024.
L’intervento di Lomuti è arrivato a una settimana di distanza dalle prime notizie di una chiusura del Movimento rispetto all’ipotesi della candidatura a governatore dell’imprenditore di Senise.

Notizie che avevano suscitato non poca preoccupazione soprattutto all’interno del Pd, col segretario regionale Giovanni Lettieri che si era affrettato a smentire l’esistenza di accordi già scritti sul candidato governatore, nonostante il lavoro in questo senso condotto, neanche tanto discretamente, da diversi dirigenti democratici.

Proprio contro le ambiguità dei promessi alleati, quindi, si è scagliato il deputato venosino, rivendicando anche il ruolo di primo partito di un’eventuale coalizione fotografato dal sondaggio realizzato nei giorni da Emg.

“Il MoVimento 5 Stelle è pronto a fare la sua parte, come sempre, quando c’è da mettere in campo serietà e responsabilità ma pretende rispetto, non solo perché è la prima forza politica in Basilicata ma soprattutto perchè senza una reciproca e comprovata stima, ogni progetto, per quanto promettente, è debole e destinato al fallimento”. Questo l’incipit della nota di Lomuti, che ha aggiunto che i pentastellati partiranno “dalle esigenze dei cittadini lucani e dalle difficoltà espresse dalla nostra base”, incluse le resistenze rispetto a una figura complessa come quella di Chiorazzo, e lo farà “in modo serio e trasparente”. “Costruire una coalizione forte e vincente per le prossime elezioni regionali – ha proseguito il coordinatore regionale dei pentastellati – non è di certo un lavoro facile. Le diverse anime che potrebbero comporre il tavolo delle forze progressiste e civiche, concentrato sui temi, devono ascoltarsi e comprendersi”.

Quindi la retromarcia sul “no” a Chiorazzo, che tanta preoccupazione aveva generato nei giorni scorsi rispetto al destino dell’alleanza col Partito democratico. Fino a un decisivo intervento romano a favore del fondatore della coop che gestisce l’appalto milionario per l’assistenza domiciliare integrata del servizio sanitario regionale lucano.

“E’ per questo che il M5s, ad oggi, non ha espresso veti, perchè non partiamo mai dai nomi ed il metodo di lavoro che ci siamo dati consiste nel mettere al centro temi e soluzioni”. Ha dichiarato il deputato. “Sarà dunque solo in virtù di un progetto serio per la Basilicata, che ci occuperemo di nomi, tenendo alta l’asticella come sempre abbiamo fatto”.

“Ci aspettiamo da parte di tutti – ha concluso Lomuti – responsabilità ed impegno per dare un futuro alla nostra regione e per contrastare le politiche fallimentari di questo centrodestra, che ha riportato la Basilicata indietro di 20 anni, impedendone ogni sviluppo. Vogliamo un cambio di paradigma culturale. Noi siamo pronti”.

Nei prossimi giorni, quindi, si vedrà se dal Pd e dai fedelissimi di Chiorazzo, sostenuto da un pezzo importante del laicato cattolico lucano, arriverà l’auspicato cambio di registro nei rapporti con i pentastellati. Intanto in risposta agli incontri pre-elettorali organizzati da chi spinge per la candidatura del re delle coop sarebbe in partenza un coordinamento tra i pentastellati e gli altri partiti del centrosinistra che non fanno parte della “Chiorazzata” catto-democratica, come Sinistra italiana, Verdi e Psi.

Il debutto potrebbe essere oggi stesso, a Potenza, mentre il tavolo ufficiale del centrosinistra stenta a ripartire. Col rischio che a breve vengano meno anche i tempi tecnici necessari per ipotizzare un percorso diverso per l’individuazione del candidato governatore. Magari attraverso il ricorso a elezioni primarie.

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