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POTENZA – La giunta regionale ha revocato 15 milioni di contributi ai piani di sviluppo industriale approvati a luglio dell’anno scorso.
Si tratta di quello per due impianti di recupero di rifiuti: quello della Nep a Senise e quello Bng di Ferradina. Più il nuovo stabilimento per la realizzazione di tapparelle orientabili, sistemi di schermatura solare e infissi della Orienta di Pisticci, società unipersonale del consigliere regionale Nicola Benedetto.
La decisione è arrivata il 29 maggio ma le delibere sono state pubblicate soltanto ieri.
Per i lavoratori della Mecom di Senise si tratta di una vera e propria doccia fredda, perché il progetto della Nep Italy srl di Tito, partecipata al 50% dalla Bonaventura srl di Tito e da Pellicano Verde spa di Muro Lucano, prevedeva l’occupazione di 22 addetti della vecchia Mecom, ormai fallita. Più altre 31 unità per un totale di 53 posti di lavoro.
L’idea era quella di un impianto per il recupero di rifiuti non pericolosi, la produzione di combustibile solido secondario per centrali a biomasse, la valorizzazione dei rifiuti da raccolta differenziata e il recupero degli “inerti”.
Di qui il contributo in conto capitale di 8milioni e 400mila euro e rotti stanziato dalla Regione, a fronte di un investimento “agevolabile” pari al doppio.
Il contratto vero e proprio era stato rimandato al momento in cui fossero pervenuti a via Anzio il titolo di proprietà del lotto dove realizzare l’impianto, le autorizzazioni ambientali e il via libera ad un mutuo che coprisse almeno 3milioni e 300mila euro. A garanzia dell’investimento. Ma la Nep ha contestato la legittimità delle richieste della Regione e al 22 maggio negli uffici mancava ancora la documentazione richiesta.
L’indisponibilità di un lotto ha bloccato l’erogazione del finanziamento anche alla Bng srl del gruppo Iula di Ferrandina, che voleva realizzare un nuovo impianto produttivo per il “Recupero dei rifiuti solidi, urbani, industriali e biomasse” con un contributo di 2milioni e 350mila euro, sempre a fronte di un investimento complessivo pari al doppio. Un progetto che avrebbe creato 18 nuovi posti di lavoro.
Poi c’è la Orienta srl di Pisticci, «società unipersonale» del consigliere regionale di Centro democratico Nicola Benedetto, come si evince dalla sua dichiarazione all’anagrafe degli eletti.
A luglio dell’anno scorso la giunta regionale guidata da Marcello Pittella aveva dato l’ok a un finanziamento di 4milioni e 450mila euro per la realizzazione di uno stabilimento per la «produzione di tapparelle orientabili, sistemi di schermatura solare per l’edilizia, componenti per infissi in alluminio». Sempre su un progetto del valore complessivo pari al doppio. Ma anche qui l’erogazione dei fondi era stata vincolata all’accertamento della concessione di un mutuo bancario a garanzia dell’investimento e dell’acquisizione di un lotto dove costruire l’impianto.
Il termine per presentare la documentazione era stato fissato dissato al 31 dicembre dell’anno scorso. Poi su richiesta della ditta è stato prorogato al 21 marzo. Ma il 23 marzo da Orienta è arrivata la richiesta di una seconda proroga di altri 30 giorni. E il 20 aprile la Regione ha comunicato l’avvio del «procedimento di decadenza dai benefici».
Benedetto non si è dato per vinto e il 21 maggio aveva chiesto un’ulteriore proroga di 60 giorni, ma «senza comunque produrre la documentazione richiesta e senza fornire motivazioni adeguate a supporto della stessa». Così sostiene la giunta regionale.
Per questo, all’antivigilia del voto a Matera, è arrivata la revoca del contributo, e anche i 40 posti di lavoro previsti sono andati in fumo.

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