X
<
>

Condividi:
3 minuti per la lettura

DOVE saranno conferiti i rifiuti del Materano? In attesa dell’ampliamento della discarica di Matera, mentre l’Amministrazione comunale di Pomarico è pronta a stoppare l’ampliamento locale di Manferrara Sottana, ma soprattutto aspettando sempre la rimodulazione dei flussi da parte della Provincia di Matera, che ancora non arriva nonostante la nuova emergenza, i sindaci del Materano si sono posti di nuovo questo obbligatorio interrogativo.

E per rispondere alla domanda, un momento di riflessione sul quesito stesso, senza dimenticare altre proposte d’ampliamento nell’aria e delle strutture dell’area (vedi la discarica di Colobraro), venerdì a Tursi si sono intanto riuniti i sindaci dell’Area Programma Metapontino-Collina materana. Questo “al fine di assumere ogni utile iniziativa tendente a scongiurare la potenziale emergenza ambientale derivante dall’esaurimento della volumetria disponibile della discarica di Pomarico -si legge nella convocazione formale- e verificare, stante l’indubbia connessione funzionale, lo stato di attuazione della Dgr. 586 del 20 maggio 2014 per l’adeguamento alle prescrizioni”; ovvero, appunto, il richiamo ultimo è alla messa in sicurezza, innanzitutto, della discarica colobrarese. Una struttura chiusa per esaurimento della capacità di capienza e che tanto tiene in tensione la comunità di Colobraro. Ma è emerso qualcosa di nuovo nell’incontro tursitano?

Poco, forse. Però sicuramente delle novità che a molti territori serviranno. Intanto, è stato ricordato che da qualche giorno è riaperta la discarica di Pisticci. E che già da ieri, il sito pisticcese accoglierà, oltre naturalmente agli rsu del posto come già accade, anche carichi da smaltire in discarica provenienti da Policoro e Bernalda. Situazione che, di certo, andrà come prima conseguenza, ad alleggerire il peso sostenuto da anni da Pomarico. Visto che Pisticci e gli altri portavano i loro rifiuti proprio nella discarica pomaricana.

E il sindaco di Pomarico, Francesco Mancini, ha spiegato ai colleghi, nuovamente, che l’ultimo spazio utile all’interno del sito pomaricano deve necessariamente rimanere nella disponibilità del Comune di Pomarico. Nonostante, certo, la discarica di Manferrara Sottana, sia gestita da una società privata. Molti primi cittadini, insieme ad altri pezzi di classe dirigente, comunque, ancora non riescono a metabolizzare un concetto che pure dovrebbe essere, e da tempo, loro patrimonio: l’Unione europea, oramai da anni, multa l’ex Belpaese proprio per le sue discariche; specie in quanto catapulatare l’immondizia negli invasi, senza prima trattarla è illegale.

In Basilicata, per esempio, dove quotidianamente si rende inerte la parte più pericolosa del rifiuto, il cosiddetto umido, cioé quella frazione organica responsabile della formazione degli odori molesti e del percolato. Una Direttiva comunitaria, si continua a ricordare a beneficito di tutti, datata 1999  e recepita nel 2003 dallo Stato italiano, impone che la parte pericolosa degli rsu venga resa innocua attraverso l’essicazione e il trattamento biologico.

In discarica, in altre parole, ci può finire solo quando il rifiuto umido è trasformato in terriccio inerte. Senza ombra di dubbio, a parte controlli occasionali dei nuclei operativi dedicati, spesso pure in Lucania le comunità non possono avere la garanzia che tutto proceda secondo prescrizioni. Aumentare i controlli, in sostanza, seppure le emergenze di smaltimento dei comuni incombono, dovrebbe tutelare tutti.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE