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L’obiettivo resta la strategia “rifiuti zero” ma dall’audizione dell’assessore regionale Aldo Berlinguer emergono anche le tante criticità che rischiano, anzi che stanno per mandare in emergenza la Basilicata sul fronte rifiuti. Ritardi per alcuni versi paradossali e per altri inaccettabili a cui si sommano oggi le questioni degli impianti di compostaggio a Pantanello di Bernalda e nell’area industriale di La Martella a Matera. Scelte che ieri hanno portato ad un confronto in commissione regionale, risposte che hanno convinto ma non del tutto e che probabilmente lasciano intravedere anche un caso politico che potrebbe nascere all’orizzonte. Di certo sulla gestione e sullo smaltimento dei rifiuti una svolta ed un cambio di passo è necessario e probabilmente anche lo stesso Berlinguer dovrà esserne consapevole.
L’assessore regionale parla di «strategia “rifiuti zero”, delineata con la recente manovra finanziaria, non è solo “un obiettivo etico ottimale”, ma una necessità impellente anche perché emerge “un quadro non confortante della situazione degli impianti per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani”» sono le parole pronunciate in commissione. Un quadro che vede le discariche andare verso l’esaurimento della «loro residua capacità in tempi brevi. Ma sulla questione dei rifiuti “non possiamo limitarci a vedere la contingenza. Occorre una riorganizzazione della governance del settore, e il Piano regionale dei rifiuti che sarà predisposto entro il 2015 è l’occasione per voltare pagina e puntare sull’adozione di soluzioni tecnologiche e gestionali destinate alla riduzione, al riciclo, al recupero e alla valorizzazione dei rifiuti».

Berlinguer si è soffermato in particolare sulla situazione delle discariche per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani: in provincia di Potenza quella di Venosa ha una capacità residua stimata in 7 mesi, mentre quella di Atella e Santarcangelo si prevede possano esaurirsi rispettivamente in 78 e 40 mesi. Più problematica la situazione in provincia di Matera: la discarica di Pisticci si dovrebbe esaurire fra un mese, mentre quella del capoluogo (La Martella) fra due mesi. In questi e in altri siti sono inoltre in atto lavori adeguamento e di caratterizzazione. A Venosa fra 18 mesi dovrebbe entrare in funzione un impianto di compostaggio.
Impianti di compostaggio appunto come quelli di Pantanello e La Martella che vengono messi in discussione non come scelta in sè ma per l’ubicazione. A La Martella per esempio la Regione solo qualche anno fa si era impegnata ad andare verso la chiusura della discarica e oggi i cittadini vedono il rischio di un altro impianto a poche centinaia di metri da casa.
«Abbiamo ribadito la richiesta di chiarezza rispetto alla realizzazione di un impianto di compostaggio da parte della società “Alsun srl” di Altamura da ubicarsi nella zona industriale de La Martella a Matera e per la realizzazione di un impianto di recupero di rifiuti destinati al riutilizzo con produzione di CSS per l’alimentazione di un gassogeno e valorizzazione energetica da localizzare nella zona SIN di Pantanello di Bernalda da parte della società “Lucana Ambiente srl” di Bernalda» hanno spiegato anche attraverso una nota Cifarelli e Mollica.
«Per entrambi gli impianti nelle scorse settimane vi è stata la mobilitazione dei cittadini, preoccupati per gli aspetti ambientali e l’incidenza sulla salute delle attività connesse al loro esercizio. Al momento non vi è stata alcuna autorizzazione alla realizzazione degli impianti in quanto, ci è stato riferito da Berlinguer, le delibere regionali di “indispensabilità” rinviavano alle procedure di VIA/VAS e di emissione in atmosfera che ad oggi non hanno determinato alcun pronunciamento definitivo.
Dal canto nostro, raccogliendo le istanze dei cittadini, abbiamo ribadito le forti preoccupazioni legate alla localizzazione di tali impianti: uno -quello di Matera- in un’area troppo vicina al borgo La Martella interessato dalla presenza di una discarica che nel tempo ha già visto mobilitarsi i cittadini; l’altra –quella di Pantanello di Bernalda- in una zona particolarmente sensibile per la vicinanza di attività turistiche ed agricole di pregio. Per queste ragioni abbiamo condiviso la posizione dell’assessore nel ritenere indispensabile la individuazione della aree dove tali impianti non devono essere consentiti. Gli uffici regionali devono porre una particolare attenzione nell’esame delle due pratiche, valutando la compatibilità delle attività proposte con le caratteristiche della aree interessate”.

p.quarto@luedi.it

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