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VIBO VALENTIA – «Evitiamo gli allarmismi, ma verifichiamo immediatamente se ci troviamo nella “nuova terra dei fuochi“». Il territorio già martoriato del Vibonese potrebbe vivere l’ennesimo dramma, e questa volta si parla di un male forse ancora più pesante della disoccupazione. Sì, perché questa volta si ha a che fare con la morte, e con tassi di tumoralità anomali, e con documenti segreti, da poco rivelati, che potrebbero scoperchiare una nuova “terra dei fuochi”.
Parole e discorsi usciti fuori in un incontro tra rappresentanti istituzionali, associazioni delle Serre ed il prefetto Giovanni Bruno avvenuto ieri mattina in Prefettura. Un allarme scattato non appena alcuni documenti su cui è stato tolto il segreto di Stato e diffusi dal Sisde avrebbero rivelato questa possibilità. «Esiste un grosso traffico a livello nazionale riguardante lo smaltimento di sostante tossico-radiattive gestito dalla ‘ndrangheta» è scritto nel documento del Sisde. «Le discariche presenti in Calabria- specificano i Servizi segreti- sarebbero parecchie, site oltre che in zone aspromontane, anche nelle Serre (Serra San Bruno, Mongiana ecc.)». Parlando del Vibonese tra i paesi interessati viene citata anche Fabrizia. Sempre in questo contesto è emerso che «oltre alle sostanze tossiche detto traffico comprenderebbe anche il contrabando di uranio rosso». Ma quali potrebbero essere i siti interessati? Secondo Salvatore Albanese, del comitato civico Pro-Serre, «si parla delle zone di Grotteria e Fabrizia, degli scavi di Metandotto e di zone argillose».
Sempre secondo Albanese «a Roma potrebbe esserci già una mappatura dei luoghi. Noi potremmo inoltre identificare due o tre luoghi che sono aridi, con alberi secchi, resi inaccesibili e nei quali appunto ci potrebbero essere questi rifiuti tossici». Inoltre «tra due settimane dovrebbero arrivarci i risultati del centro epidemiologico incaricato di scoprire il tasso di tumoralità. Ma pare già – ha affermato il rappresentante del comitato Pro-Serre – che il tasso di tumori dell’apparato gastro-intestinale è più alto di quattro volte rispetto alla media». Cosa avvalorata anche da uno dei rappresentanti locali presenti ieri in Prefettura. Infatti, il presidente del consiglio comunale di Fabrizia Domenico Suppa ha affermato che «sia mio fratello che mia moglie sono morti a causa di un tumore. Ed ai tempi all’ospedale di Germaneto ci avevano avvisato che probabilmente qualcosa non andava a Fabrizia».
E proprio il sindaco di Fabrizia Salvatore Minniti ha chiesto che «venga tolto il segreto di Stato su tutti i documenti, che si verifichi se sono vere queste possibilità, e nel caso che si faccia subito una bonifica». Il primo cittadino di Serra San Bruno Bruno Rosi ha affermato che «se tutto questo fosse vero dovremmo dubitare di una parte di Stato che ha tenuto nascosta per vent’anni questa storia. Speriamo di verificare che tutto ciò non sia vero, ma se si trattasse di una nuova terra dei fuochi sarebbe una disgrazia». Lo stesso appello è venuto dal sindaco di Vazzano Domenico Villì: «Che il Governo si faccia carico di uno studio accurato – ha chiesto al prefetto – Viviamo di una natura incontaminata e la gente si sta iniziando a chiedere cosa mangia, cosa beve e dove vive». A rispondere a tutte queste domande è stato Giovanni Bruno che in maniera secca ha detto: «Cerchiamo di non creare allarmismi e di fare le verifiche adeguate in tempi brevi. Ho già preso dei contatti a Roma e magari potremo avere nel brevissimo tempo delle risposte».

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