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CATANZARO – Un nuovo scandalo travolge la discarica di Alli. E sul campo restano 10 vittime eccellenti. A cominciare dai componenti del vecchio Ufficio del commissario per l’emergenza ambientale in Calabria, vertici compresi, per finire ai diversi funzionari regionali che, di volta in volta, hanno messo mano alla pratica relativa all’affidamento del progetto di ampliamento dell’impianto alla società Enerambiente. 

“Ampliamento avvenuto su una zona franosa”, aveva accertato qualche mese fa l’ingegnere Luigi Boeri, dell’Ordine provinciale di La Spezia, tra le righe di una voluminosa perizia che gli era stata commissionata dal sostituto procuratore, Carlo Villani. Il quale, alla luce delle conclusioni investigative tratte dagli uomini del Noe che, al comando del capitano Gerardo Lardieri, hanno portato avanti tutti gli accertamenti, ha adesso spedito un pesante avviso di garanzia a carico di coloro che ritiene i responsabili degli «artifici e raggiri consistiti nel rappresentare falsamente la regolarità tecnica e la rispondenza al progetto definitivo del progetto esecutivo di ampliamento della discarica di Alli» al fine di «indurre in errore la Regione Calabria, procurando alla società Enerambiente l’ingiusto vantaggio della concessione del finanziamento per la realizzazione del progetto in questione». 
Truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, l’accusa dalla quale saranno chiamati a difendersi gli imprenditori Stefano Gavioli e Loris Zerbin, rispettivamente amministratore unico e collaboratore fidato della società “incriminata”, l’ex commissario per l’emergenza in Calabria, Goffredo Sottile, e i componenti dello stesso Ufficio, Vincenzo De Matteis, Domenico Rechichi, Vincenzo De Matteis, Antonio Perlongo e Nicola Spallanzani. Nomi ai quali si aggiunge quello di Andrea Ottaviano Adelchi, responsabile unico del procedimento fra il 2006 e il 2008, accusato di falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, per avere approvato il progetto definitivo dell’11 dicembre 2009 e quello esecutivo del successivo 24 dicembre, nonostante le irregolarità contestate. 
Dieci posizioni, dunque, accomunate da quelle 600 pagine di consulenza tecnica alle quali per mesi ha lavorato il sostituto procuratore, Carlo Villani, nell’ambito di un ennesimo filone investigativo aperto su una discarica ormai nota alle cronache come la miniera d’oro alla quale per anni avrebbero attinto risorse a pioggia i presunti responsabili di uno scempio ambientale senza precedenti. In particolare, a spulciare tra le pagine della consulenza si legge chiaramente che gli interventi per aumentare la capacità della discarica di Alli sono stati eseguiti in una zona ad alta pericolosità di frana, per cui notevoli sarebbero i rischi che incombono sull’impianto. 
Quindi, il Ctu, andando oltre, fa riferimento a diverse presunte anomalie che avrebbero inficiato la procedura seguita per autorizzare i lavori di ampliamento, mettendo così in discussione l’intera pratica, non solo in merito alle autorizzazioni rilasciate dagli uffici competenti, ma anche per quel che riguarda la progettazione e la successiva esecuzione delle opere sospette. 
Una perizia, dunque, che avalla tutti i sospetti che, nei mesi scorsi, avevano indotto il magistrato a spedire i seguti del Noe (Nucleo operativo ecologico) a mettere il naso tra le carte, che già in passato hanno permesso al magistrato di mettere a segno arresti e sequestri di beni in relazione alla discarica, nell’ambito dell’inchiesta passata alla storia giudiziaria con il nome in codice “Pecunia non olet” con imprenditori, professionisti e funzionari dell’Ufficio per l’emergenza ambientale, chiamati a rispondere di presunti gravi illeciti in materia fiscale ed ambientale, connessi alla gestione della discarica in questione. Nei prossimi giorni, comunque, inizieranno gli interrogatori che forniranno la possibilità ai dieci indagati di fornire la propria versione dei fatti nelle sedi opportune. E, solo a quel punto, il magistrato potrà portare il fascicolo al traguardo, con una conclusione delle indagini o una richiesta di archiviazione per chi riuscirà eventualmente a tirarsi fuori dagli ennesimi guai.
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