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Quattro persone, tre di origine marocchina ed uno di Valsinni, sono finiti nella “rete” della Compagnia dei carabinieri di Senise che, per concludere una operazione antidroga ha dovuto sconfinare in territorio materano. L’azione infatti ha riguardato i comuni di Valsinni e Cersosimo. In carcere sono finite due persone di nazionalità marocchina, il 22enne Driouch Ayoub ed il 43enne Danchour Lakbira entrambi residenti a Valsinni, ai domi-ciliari un 50enne, Gioacchino D’Alessandro, sempre di Valsinni e un altro marocchino 19 enne Hilal Ayoub residente a Cersosimo. L’operazione messa in moto dal Nucleo operativo e radiomobile, conclude un lungo iter investigativo con mezzi anche sofisticati, oltre a pedinamenti ed appostamenti. Arrivava infatti dalla Campania, dalla Puglia e dalla Calabria, la droga poi venduta ai ragazzini a Senise e nei comuni limitrofi. Il traffico è stato smantellato dalla certosina indagine guidata dal capitano Davide Palmigiani, con il coordinamento del procuratore della Procura della Repubblica di Lagonegro, Vittorio Russo e del sostituto Francesco Greco, mentre le quattro misure cautelari, sono state emesse dal pm Lucia Iodice. Da quanto si è appreso i quattro si erano divisi le aree di pertinenza e si rifornivano dai mercati esterni alla regione. Inoltre avevano come obiettivo la diffusione di hashish e marijuana tra i fanciulli ed i ragazzini (soprattutto studenti minorenni). L’indagine è partita qualche settimana fa, a seguito del sequestro di un quantitativo trovato addosso ad un giovane studente di Senise. Invece di sollevare clamore, i carabinieri, hanno agito in silenzio, nella certezza di arrivare agli spacciatori. A seguito di osservazioni ed appostamenti infatti, si arrivava alla ricostruzione della intera rete, alla base della quale c’erano proprio gli spacciatori che col tempo, cercavano di instaurare un certo rapporto di fiducia, data soprattutto la giovanissima età della maggior parte dei fruitori. I quattro, pare, non avessero altra occupazione principale, tanto da indurre i carabinieri a restringere al massimo i sospetti. Gli arrestati, dunque, erano «professionisti dello spaccio capaci di instaurare con i clienti, soprattutto i più giovani, un vero e proprio rapporto commerciale». Con questa operazione viene dato sicuramente un duro colpo alla malavita dell’area, dedita allo spaccio di droghe di ogni genere. Le sole famiglie infatti, non riescono a controllare le azioni e soprattutto le minacce che incombono quotidianamente sui loro figli; ecco perché c’è bisogno del supporto indispensabile delle forze dell’ordine alle quali va dato il merito di lavorare con l’acqua in bocca e di portare puntualmente a casa, importanti e necessari risultati che mirano al ripristino della legalità.

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