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CATANZARO – «La richiesta di una rottura forte con il passato e da tutto ciò che comporta, a partire delle vicende giudiziarie di chi riveste cariche pubbliche che non possono intralciare il percorso di questa legislatura». E’ netta l’indicazione che arriva dentro e fuori dal Pd nazionale e regionale dopo l’inchiesta sui rimborsi dei consiglieri regionali (LEGGI I PARTICOLARI DELL’INCHIESTA). 

I VESCOVI AMMONISCONO LA POLITICA: «SI MINA LA FIDUCIA DELLA GENTE»

E la linea tracciata non può essere che quella di un azzeramento che deve riguardare la giunta e contestualmente anche la presidenza del consiglio regionale. «Non si possono utilizzare due pesi e due misure» sussurrano esponenti di primo piano del partito e la pratica sarà portata domenica mattina all’assemblea dei renziani convocata all’Hotel Lamezia a cui parteciperà anche il presidente del consiglio regionale Antonio Scalzo indagato al pari degli assessori Ciconte e Guccione per spese non ritenute rimborsabili dalla magistratura. 

GLI INTERROGATORI TRA SILENZI E BATTUTE E LA POSIZIONE DI OLIVERIO

Posizioni nettamente meno gravi rispetto a quella di Nino De Gaetano finito gli arresti domiciliari. Ma su Scalzo pende anche un processo iniziato pochi giorni dopo le candidature alla Regione e già all’epoca si aprì un al centro di un dibattito dentro il partito sull’opportunità della ricandidatura. Poi addirittura con l’avallo della segreteria nazionale, il segretario regionale Ernesto Magorno lo ha voluto alla presidenza di Palazzo Campanella e ora lo stesso segretario dovrà farsi carico della richiesta di dimissioni. 

L’ELENCO DELLE PERSONE COINVOLTE E I BENI SEQUESTRATI

Per il presidente della giunta regionale questa vicenda, unita alla polemica Lanzetta-De Gaetano, rappresenta un doppio passo falso che ha sconfessato tutto ciò che aveva detto e fatto prima e dopo la sua elezione. Ed è sicuramente da stigmatizzare l’atteggiamento politico di De Gaetano che sapendo le contestazioni della procura di Reggio a seguito dell’interrogatorio, ha taciuto tutta la verità esponendo il presidente ad un grave danno politico e di immagine. Il prezzo che ora paga Mario Oliverio è alto e per questo ha annunciato di voler cambiare tutto e per farlo, però, ha bisogno di un partito che lo sostiene. Oggi al Nazareno si farà un primo punto con il vicesegretario nazionale Lorenzo Guerini e tutta la segreteria nazionale e regionale. Oliverio ieri sera è arrivato a Roma con la precisa volontà di chiudere questa fase lunedì, non appena promulgherà il nuovo Statuto. 

I RIMBORSI OTTENUTI DAI CONSIGLIERI

Ieri parlando a Gioia Tauro davanti a un nutrita platea di industriali ha detto che «ora che lo Statuto è stato modificato c’è bisogno di una grande libertà d’azione.» E rivolgendosi alla responsabilità di tutte le forze politiche presenti in Consiglio regionale ha lanciato un appello a «non ostacolare questo processo».

 

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