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POTENZA – Erano tanti ieri mattina a Potenza. Da Pittella a Speranza. Da Bubbico a Margiotta. E ancora Polese, Santarsiero e altri ancora. Tutti per scongiurare (ammesso sia possibile) il fallimento di Potenza. Ma ovviamente sullo sfondo c’è sempre la questione del rimpasto della giunta regionale. Impossibile non pensarci nemmeno ieri mattina.
Tanto che quando a un certo punto il presidente della Regione Marcello Pittella e il capogruppo dimissionario del Pd alla Camera dei deputati si sono allontanati fermandosi a parlare in disparte tutti hanno (giustamente) pensato al vertice annunciato per scogliere gli ultimi nodi sui nuovi assessori.
Ma non era la sede adatta. I due ieri mattina, hanno solo iniziato il discorso e (da quanto si è appreso da fonti autorevoli) aggiornandosi a breve. Si vedranno tra qualche giorno. Magari a Roma.
Intanto emergono altre notizie. Secondo cui ci sarebbe una sorta di tempo massimo per il rimpasto: non si andrà oltre la prima settimana di maggio. La data indicativa potrebbe essere il 5 o il 6. Ma di certo dopo la presentazione delle liste elettorali nei Comuni lucani dove il prossimo 31 maggio si rinnovano le amministrazioni. Matera in testa.
Non dovesse farcela per quella data Pittella, allora si aprirebbero nuovi scenari dove non si esclude la sola nomina di Luca Braia in giunta (Agricoltura) ma nemmeno un rinvio di tutta la vicenda dopo il risultato elettorale e quindi in estate.
Detto questo c’è però da aggiungere che le fibrillazioni interne al Pd lucano sono in aumento. Perchè l’incertezza che è piombata sulla durata del governo Renzi mette in un’altra prospettiva anche le dinamiche dei big lucani che ambiscono a tornare in Parlamento o andarci per la prima volta. Situazione che rischia di diventare esplosiva: immaginare un Pd dilaniato a livello nazionale ed elezioni anticipate magari al prossimo autunno non è più così peregrino. Insomma il quadro si complica e Pittella lo sa.

s.santoro@luedi.it

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