X
<
>

Condividi:
3 minuti per la lettura

POTENZA – L’annuncio l’avevamo dato tre giorni fa in relazione al rapporto “Pendolaria” di Legambiente. Due corse della tratta Potenza-Salerno saranno definitivamente soppresse, smantellando un altro pezzo del sistema di trasporto su rotaia nella regione. Ma la Regione, stando almeno a quanto scrivono in un comunicato stampa ha dovuto farlo sotto “minaccia”. L’imposizione arriva da Roma, che potrebbe non trasferire l’ultima tranche del fondo per il trasporto pubblico locale. E così con la rimodulazione dell’orario invernale spariranno due corse: il treno diretto a Salerno (partenza ore 6.07) e quello in direzione Potenza (delle ore 9.37) dalla città campana. Ma perché sopprimere proprio quelli? «I due treni – scrive l’ufficio stampa della Regione – non erano conciliabili con i criteri posti alla base di tale riprogrammazione, ossia il coefficiente di viaggiatori, il rapporto costo ricavi e l’impatto occupazionale conseguente, e in particolare, si è notato che il milione e mezzo che la Basilicata spendeva ogni anno per consentire questi due viaggi finiva col rendere un servizio più ai cittadini campani che non ai lucani. Il treno era infatti utilizzato da circa una quindicina di persone in partenza o in arrivo nelle stazioni lucane, mentre si riempiva di oltre un centinaio di viaggiatori nel tratto tra Eboli, Battipaglia e Salerno».

Sostanzialmente il risparmio da 1,5 milioni di euro è dovuto soprattutto al fatto che questi due treni, almeno per quanto riguarda la Basilicata non erano frequentati abbastanza da poterne garantire la sopravvivenza. Pochi utenti vuol dire perdite, per questo si è deciso di sopprimerli senza pensarci troppo. Tanto le alternative, almeno stando alla Regione, ci sono: «in partenza dal capoluogo lucano – scrivono – c’è un pullman delle Fs in partenza 27 minuti prima e un treno regionale che pur partendo 53 minuti dopo arriva a destinazione solo 35 minuti dopo il treno che sarà eliminato, e in partenza da Salerno c’è un intercity che parte appena 4 minuti prima del convoglio soppresso. Gli uffici regionali stanno ora lavorando per provare a definire fermate intermedie che elimino i disagi per i viaggiatori che fruiscono delle stazioni lucane situate lungo il percorso». Il problema che non è stato preso in considerazione è che, in media, il servizio su gomma da Potenza parte con almeno 30 minuti di ritardo. Ma a volte anche con 45 minuti netti di attesa. Non proprio il massimo dell’efficienza.

ma intanto la riprogrammazione è passata con tanto di placet di sindacati, Anci e Province di Salerno e Potenza, tutte riunite sotto la sigla di “osservatorio sui trasporti”. Non importa se la Potenza-Salerno risulti oggi tra le dieci peggiori tratte d’Italia per proteste dell’utenza, lentezza, stato della linea e dei mezzi.

TRENITALIA – E mentre si moltiplicano le proteste degli utenti dall’ufficio stampa di Trenitalia arriva la dichiarazione che mette “in croce” la stessa Regione. «Per l’anno 2013, stando al contratto di servizio stipulato l’azienda aspetta ancora 30 milioni di euro». Una cifra per niente “leggera”. Ma la precisazione va oltre: «La soppressione delle due corse non riguarda noi come azienda, ma semplicemente le istituzioni. Sono loro che decidono quali corse tenere a regime e quali sopprimere». Insomma, a pagarne le spese è la (scarsa) utenza che beneficiava delle corse. Il risparmio, però, assicurerà la tranche mancante di fondo. È un po’ come un cane che si morde la coda perché il problema resta. La Basilicata continua ad essere una regione pericolosamente isolata dal resto dell’Italia.

v.panettieri@luedi.it

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE