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HA minacciato che, se la situazione non verrà risolta, si vedrà costretta a rivolgersi ad un avvocato sia per tutelare la madre ma anche le altre ammalate che sono ricoverate nella stanza 5 dell’Unità operativa di Pneumologia del San Carlo.

Una stanza che dovrebbe ospitare solo quattro pazienti e che, invece, ne ospita, da due giorni, sei a cui si devono aggiungere tre familiari autorizzati per assistere i loro congiunti. 

A raccontare la storia una donna che dallo scorso 26 aprile ha la madre ricoverata nell’Unità operativa di Pneumologia. Fino a due giorni fa la situazione era tranquilla: 4 letti e 4 pazienti. Lunedì scorso, però, sono stati aggiunti altri due letti e le persone ricoverate sono diventate sei a cui bisogna aggiungere  tre persone che assistono i propri familiari. Totale: 9  persone in una sola stanza.

Stanza che «sembra un vero e proprio accampamento – denuncia la donna – I sei letti sono quasi attaccati mancando anche un  minimo di privacy».

Non solo. Le pazienti che occupano i letti centrali, per problemi  di spazio,  non «dispongono né di comodino, né di armadietto,» e così   sono «costrette a mettere la biancheria sotto il letto».

Tutte le degenti sono affette «da gravi patologie respiratorie» aggravate dalla mancanza di aria dovuta al sovraffollamento della stanza.

«Il personale medico e paramedico – aggiunge la donna – al quale va la mia solidarietà, è in evidente difficoltà ed è costretto letteralmente a fare la gincana da un letto ad un altro per praticare le cure».

In tali condizioni risulta molto difficile muoversi «e soprattutto intervenire tempestivamente qualora si dovesse verificare un’ emergenza». 

Facendo seguito a quanto segnalato lunedì  «alla dottoressa  Chiriatti della Direzione sanitaria e a Gerardo Motta presidente del Tribunale per il diritto dell’ammalato» i due  hanno effettuato «un sopralluogo  nel reparto» e hanno constatato la situazione in cui si trovano le degenti.

La figlia della donna ricoverata ha anche inviato una lettera ai vertici dell San Carlo chiedendo di risolvere la situazione   informando anche «che se per qualsiasi causa» collegata alla situazione di sovraffollamento della stanza «dovessero verificarsi ulteriori problemi  alla salute e al benessere psicofisico sia di mia madre ma anche delle altre persone che dividono con lei la stanza»  non esiterà ad «adire alle vie legali».

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