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CATANZARO – Una condanna a venticinque anni di reclusione ciascuno è stata chiesta oggi dalla pubblica accusa nel processo a carico di Konstantinos Moyzakithe, e Ahmhtpios Sinetoz, cittadini greci di 32 anni, accusati di essere gli scafisti che a luglio del 2010 avrebbero gettato in mare una ventina di immigrati lunga la costa del Catanzarese. Il pubblico ministero, Paolo Petrolo, ha concluso così la propria requisitoria davanti alla Corte d’assise di Catanzaro, presieduta dal giudice Giuseppe Neri (a latere Domenico Commodaro), che infine ha rinviato il processo al 17 ottobre per le arringhe dei difensori degli imputati (gli avvocati Enzo Ioppoli e Gregorio Viscomi) e la sentenza. Con le accuse di cui rispondono al processo – omicidio volontario e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina – i due imputati furono destinatari di un provvedimento di fermo eseguito il 23 luglio 2010 nel corso di un’operazione congiunta di Polizia, Carabinieri, Guardia di finanza e Capitaneria di porto, proprio perchè ritenuti gli scafisti che nel corso dello sbarco avvenuto pochi giorni prima tra Botricello e Belcastro, sulla costa ionica Catanzarese, avrebbero costretto gli occupanti del gommone che trasportava clandestini di varia provenienza a buttarsi in acqua, nonostante questi non sapessero nuotare, con il conseguente bilancio di un giovane morto ed uno disperso. 

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