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CATANZARO – Lo sbarco del 24 agosto del 2010 finì in tragedia. Furono circa 50 gli immigrati di origine afgana sbarcarono sulle coste del Soveratese, vicino Guardavalle ma, in quelloccasione, un giovane di 15 anni, Quazim Ahamad, non riuscì a sopravvivere. Morì annegato nelle onde del mare. 

Secondo l’accusa l’equipaggio del veliero in prossimità della costa, per paura di essere intercettato dalle forze dell’ordine, abbia fatto salire alcuni clandestini su un gommone, ma che in seguito gli scafisti, accortisi dell’arrivo di una motovedetta della guardia di finanza abbiano costretto gli altri a buttarsi in mare e a raggiungere a nuoto la riva

E oggi per quei fatti sono arrivate le prime condanne. Quindici anni di reclusione per Ievgenii Kaplin di 25 anni originario dellUcraina e a due anni e 1 mese di reclusione per Nouri Burkat Jouad Saleh palestinese di 22 anni. Entrambi erano accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e di omicidio come conseguenza di altro reato. 

L’accusa di omicidio ha retto solo per lucraino che ha riportato i 15 anni di reclusione. Nel corso del processo i due uomini sono stati difesi dagli avvocati Nicola Tavano e Domenico Pietragalla mentre il sostituto procuratore Alberto Cianfarini che ha coordinato le indagini aveva chiesto una condanna a 24 anni di reclusione sia per Kaplin che per Jouad Saleh.

 

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