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MELITO PORTO SALVO (RC) – Sette persone sono state denunciate dagli uomini del Corpo forestale dello Stato di Reggio Calabria che hanno eseguito un decreto emesso dall’Ufficio del Gip del Tribunale di Reggio Calabria con il sequestro preventivo di sei autoveicoli, tra autocarri ed automobili, utilizzati da diverse persone che, nel tempo, avevano abbandonato in maniera indiscriminata rifiuti nell’alveo del Torrente Tabacco, nel territorio di Melito di Porto Salvo. Alle operazioni hanno partecipato venti unità del Nipaf (Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale e Forestale) e diversi Reparti territoriali operanti in provincia.
L’operazione ha coinvolto un elicottero del Nucleo operativo aeromobili del Corpo forestale di Lamezia Terme. Le indagini sono state intraprese dopo un controllo del territorio effettuato dal personale del locale Comando Stazione e di una specifica segnalazione pervenuta dalla Commissione Prefettizia che attualmente gestisce il Comune di Melito di Porto Salvo, di recente sciolto per condizionamenti delle consorterie mafiose, e sono state condotte di concerto tra il locale reparto territoriale ed il Nipaf, sotto il coordinamento ed indirizzo del sostituto procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Mauro Leo Tenaglia.
L’attività investigativa è stata realizzata dal Corpo Forestale dello Stato con l’impiego di telecamere, e autorizzato dalla competente Autorità Giudiziaria, che rappresenta, secondo quanto reso noto, una novità sul versante del contrasto al fenomeno dell’inquinamento. Le telecamere opportunamente posizionate hanno puntualmente registrato e documentato l’abbandono incontrollato di rifiuti, anche pericolosi, sul greto del Torrente Tabacco da parte dei titolari di ditte e di privati cittadini, come calcinacci e componenti elettroniche tra cui vecchi monitor per computer a tubo catodico. Il controllo ha portato all’individuazione di sette persone ritenute responsabili di condotte illecite che dovranno rispondere di abbandono incontrollato di rifiuti e di attività di gestione illecita di rifiuti, nonchè di deviazione di acque e modificazione dello stato dei luoghi Per il primo dei reati ipotizzati, gli indagati rischiano fino a due anni di reclusione ed ammenda fino a 26.000 euro , mentre per il secondo rischiano la reclusione fino a tre anni. Gli autoveicoli, inoltre, in caso di condanna, saranno soggetti a confisca definitiva.

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