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Napoli, 16 lug. – Era il porto di Salerno il punto di arrivo di ingenti quantitativi di cocaina provenienti dai Paesi del Sud America via Spagna per rifornire cinque distinti e autonomi gruppi criminali, due dei quali attivi stabilmente su scala transnazionale, per approvvigionare aree della Campania di droga. 
Cinque gruppi, nei quali operavano elementi legati a cinque clan: i Lo Russo (egemone nei quartieri di Napoli tra Miano e Secondigliano), i Castaldo (attivi nel comune di Caivano), i Gallo Cavalieri (nel comune di Torre Annunziata), gli Annunziata (presenti a Boscoreale) e i Pecoraro (cosca attiva tra Salerno e Battipaglia). (AGI)
(AGI) – Napoli, 16 lug. – A governare il flusso verso il porto commerciale di Salerno, il gruppo che faceva capo a Gianluca e Luigi Amirante e Pasquale Fiorente, che avevano come intermediario Arturo Josè de la Rosa Mendez, e che rifornivano tutto il territorio vesuviano. Contatti con narcotrafficanti iberici, sempre per la cocaina, li aveva anche Gaetano Di Ronza, fornitore del territorio di Torre Annunziata. A Pompei, Boscoreale, Scafati, ma anche ad Ancona e Ascoli Piceno, provvedeva una coppia di coniugi, Carmela Baldassarre e Francesco Alfano. Mentre a Caivano ci pensava Salvatore Imparato, organico al clan Castaldo, e tra Quarto e Rovigo provvedeva Antonio Aprea. 
I 46 arresti notificati dai carabinieri nell’ambito della inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Napoli sono stati fatti anche in collaborazione con la Unidad de drogas y Crimin organizado central di Madrid. A dodici persone, la notifica in carcere perchè detenute nell’ambito di altre indagini. (AGI)
(AGI) – Napoli, 16 lug. – Tra le piazze di spaccio servite, oltre quelle campane, anche quelle di Brindisi, Siena, Cosenza, Rovigo. Nel corso delle indagini, sequestrata cocaina per 44 chilogrammi, arrestati 14 corrieri e sequestrate armi e denaro, anche contante, per un milione di euro. 
Le accuse contestate a vario titolo sono quelle di associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti aggravato, nonchè detenzione illegale di armi, riciclaggio e trasferimento fraudolento di valori. 

ERA il porto di Salerno il punto di arrivo di ingenti quantitativi di cocaina provenienti dai Paesi del Sud America via Spagna per rifornire cinque distinti e autonomi gruppi criminali, due dei quali attivi stabilmente su scala internazionale, per approvvigionare diversi mercati. E tra essi anche quello di Cosenza. Sono 46 gli notificati dai carabinieri nell’ambito della inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Napoli. Sono stati fatti anche in collaborazione con la Unidad de drogas y Crimin organizado central di Madrid. A dodici persone, la notifica in carcere perchè detenute nell’ambito di altre indagini. 

La rete era basata su cinque gruppi, nei quali operavano elementi legati a cinque clan: i Lo Russo (egemone nei quartieri di Napoli tra Miano e Secondigliano), i Castaldo (attivi nel comune di Caivano), i Gallo Cavalieri (nel comune di Torre Annunziata), gli Annunziata (presenti a Boscoreale) e i Pecoraro (cosca attiva tra Salerno e Battipaglia). 

A governare il flusso verso il porto commerciale di Salerno, il gruppo che faceva capo a Gianluca e Luigi Amirante e Pasquale Fiorente, che avevano come intermediario Arturo Josè de la Rosa Mendez. 

Tra le piazze di spaccio servite, oltre quelle campane, anche quelle di Brindisi, Siena, Cosenza, Rovigo. Nel corso delle indagini, sequestrata cocaina per 44 chilogrammi, arrestati 14 corrieri e sequestrate armi e denaro, anche contante, per un milione di euro. Le accuse contestate a vario titolo sono quelle di associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti aggravato, nonchè detenzione illegale di armi, riciclaggio e trasferimento fraudolento di valori. 

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