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Alle due del pomeriggio ci sono tutti: assessore, tecnici del Comune e esperti degli ordini professionali che hanno dato la propria disponibilità  all’amministrazione comunale per coadiuvare il personale nella valutazione delle eventuali criticità degli edifici scolastici.

La ricognizione, che andrà avanti per una decina di giorni, comincia dalla scuola di via Marconi.

Tre ore dopo, al termine di una visita accurata dalla quale non sono emersi casi di rischio, l’incontro si è concluso al Comune dove è stato redatto il documento al termine della prima giornata di verifiche. E oggi si ricomincia, probabilmente,  con le scuole Minozzi, Nicola Festa, Torraca ed altri istituti.

«Ci sono 23 plessi scolastici – spiega ancora l’ing. Di Lecc, presente  per il Comune insieme al geometra Vammacigno e – che in molti casi ospitano due istituti al proprio interni. Gli edifici di costruzione più recente, realizzati con criteri antisismici come al rione Agna, non richiedono controlli particolari. La scuola materna di via Meucci, ad esempio, ha altrettanti valori di sicurezza così come l’istituto di piazzale degli Olmi».

Di fatto, spiegano gli esperti dell’amministrazione comunale, si tratta di un’attività del tutto precauzionale. Non esistono al momento segnali che facciano prevedere situazioni di pericolo in nessuna delle scuole di competenza del Comune.

Il crollo delle palazzine di vico Piave, però, ha aumentato in modo esponenziale la sindrome collettiva da catastrofe e così si procede con attenzione a valutare ogni aspetto.

«C’ è un cronoprogramma che seguiremo – spiega l’ing. Di Lecce, del Comune – La ricognizione ci servirà per confermare quanto già valutato in occasione dei sopralluoghi che effettuiamo frequentemente – prosegue. Il sopralluogo di ieri segue di qualche giorno una ricognizione precedente nello stesso istituto nel corso della quale non era stato riscontrato alcuni pericolo».

«Si tratta – aggiunge l’assessore comunale ai Lavori pubblici, Nicola Trombetta – di sopralluoghi svolti da volontari, i quali esprimono pareri consultivi ai quali vanno aggiunti elementi ulteriori. Coloro che hanno dato la propria disponibilità, svolgeranno sopralluoghi visivi senza alcun ausilio di strumenti particolari per «Individuare – come recita la richiesta dell’amministrazione comunale – evidenti e macroscopiche anomalie funzionali, strutturali e geologiche» al termine delle quali verrà redatta una relazione a firma di tutti i professionisti, in merito alla situazione di ogni singola scuola, con riferimento all’intervento eventualmente richiesto. 

Nel caso di anomalie significative, si potrebbe procedere alla chiusura dell’istituto, non prima di aver svolto, ad esempio, nel corso del periodo estivo, eventuali prove da carico  per scongiurare ogni dubbio. Ipotesi, questa, che in molti escludono.

«Questa iniziativa ha come obiettivo quello di tranquillizzare l’opinione pubblica e di aggiornare la situazione. Vogliamo che la città comprenda che come le istituzioni pubbliche si  mettono a disposizione per tutelare il proprio patrimonio, così devono anche fare i privati».

Del gruppo dei tecnici fanno parte anche l’architetto Paolo Stasi, il geologo Filippo Cristallo, l’ing. Bollettieri progettista di alcuni interventi realizzati nella  scuola Marconi, ma che non riguardano la staticità.

Nelle due ore successive, fino alla chiusura dell’istituto, alle 16, i tecnici hanno controllato e analizzato stanze, finestre, pareti, strutture. Un lavoro minuzioso riportato sulle pagine della relazione stilata nel pomeriggio al Comune.

Lo sguardo dei tecnici è attento ma non  preoccupato, in un pomeriggio plumbeo che minaccia pioggia e nel corso del quale tutti torneranno tra i banchi dove molti di loro sono effettivamente cresciuti.

E’ questo il vantaggio di comunità come quella materana in cui tutti conoscono tutti e possono sentirsi responsabili del proprio ex “compagno di banco”.

a.ciervo@luedi.it

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