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CROTONE- Il pubblico ministero Antimafia Domenico Guarascio ha chiesto condanne a sei anni di reclusione ciascuno per l’ex sindaco di Isola Capo Rizzuto, Carolina girasole, e il marito, Franco Pugliese, accusati di voto di scambio politico-mafioso e turbativa d’asta nell’ambito del processo scaturito dall’inchiesta Insula. 

Per gli altri imputati, tra i quali il boss Nicola Arena, presunti affiliati, un funzionario comunale e un ex assessore, le pene proposte (in tutto 11) vanno da 4 a 14 anni.

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Tra le vicende portate alla luce dall’indagine della Guardia di finanza emerge quella che riguarda l’ex sindaco di Isola Capo Rizzuto Carolina Girasole e il marito Francesco Pugliese ai quali viene contestata l’accusa di corruzione elettorale insieme a Pasquale e Massimo Arena, figli del boss di Isola Nicola Arena.

Il pm ha chiesto la condanna a 14 anni di reclusione per il boss di Isola Capo Rizzuto Nicola Arena e per i due figli Pasquale e Massimo a 14 anni di reclusione. La richiesta di 5 anni di reclusione è stata avanzata per Domenico Battigaglia, all’epoca assessore all’agricoltura nella giunta Girasole; quattro anni di reclusione per Antonio Demeco, titolare della ditta che vinse l’appalto per la raccolta dei finocchi, e per Antonio Guarino e Paolo Lentini, titolari delle altre due ditte che parteciparono alla gara.

Dalle indagini emerge che in occasione delle consultazioni elettorali amministrative del 2008 la famiglia Arena avrebbe assicurato alla Girasole su richiesta esplicita del marito Francesco Pugliese l’appoggio elettorale rivelatosi determinante per l’elezione a sindaco. Da questo accordo – sostengono gli inquirenti – Girasole non avrebbe mai preso effettivamente le distanze. 

 

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